Dalla Giornate di Marzo alle vertenze sul territorio: dobbiamo continuare a lottare!
Il resoconto della presentazione dell’area Giornate di Marzo in Campania di Lunedì 14 dicembre.
“E’ necessaria una svolta: dobbiamo riprendere a lottare! Dobbiamo riprenderci le piazze!”. Questa frase, estrapolata dall’intervento di un lavoratore della Jabil, esprime in maniera sintetica lo spirito che ha caratterizzato l’assemblea di presentazione in Campania dell’area d’alternativa in CGIL “Giornate di Marzo”. Di seguito riportiamo alcuni passaggi decisivi dell’assemblea.
L’assemblea si è svolta il 14 Dicembre (on-line) ed erano presenti circa 30 lavoratori, rappresentanti di diverse categorie sindacali e diversi settori, oltre che giovani precari e disoccupati. L’assemblea è stata introdotta da Domenico Loffredo (operaio FCA – Pomigliano) e si è conclusa con il contributo di Mario Iavazzi del Direttivo della CGIL. Dall’assemblea è emerso che quello che stiamo attraversando è un periodo estremamente straordinario, dove la pandemia di Covid-19 ha fatto da catalizzatore ed ampliato una serie di tendenze che si stavano già sviluppando nella società: la crisi di sovraproduzione, l’aumento delle disuguaglianze, le condizioni sempre peggiori a cui sono sottoposti i lavoratori. Non ci sono illusioni nei confronti di un governo che non è riuscito a gestire la situazione pandemica, e che ha regalato soldi alle aziende per affrontare il lockdown, mentre centinaia di migliaia di lavoratori sono finiti sul lastrico.
Diversi lavoratori del comparto scuola, a partire dai propri luoghi di lavoro, hanno messo in evidenza il disastro nel quale si trova la scuola. Il lavoro fatto dal Ministro dell’Istruzione Azzolina è un fallimento totale. Il piano di rientro in aula è arrivato troppo tardi e si è rivelato del tutto insufficiente: non sono state fornite le risorse adeguate per permettere a studenti e lavoratori di rientrare a scuola in sicurezza; anzi, i collaboratori scolastici e i professori hanno dovuto subire un aumento delle mansioni e farsi carico della responsabilità di vigilare sul rispetto delle regole anti-covid. Il fallimento è dimostrato dalla chiusura pressoché immediata della scuola, dopo il rientro. Nuove risorse e nuovo personale saranno essenziali nella prossima fase, quando si ritornerà alla didattica in presenza.
In una situazione analoga si trovano i lavoratori della pubblica amministrazione, – come ci ha riportato un impiagato comunale. Questi rivendicano il rinnovo di un contratto fermo da dieci anni, “annacquato” con il “welfare aziendale”. In questi anni, I lavoratori della pubblica amministrazione hanno visto aumentare esponenzialmente le loro mansioni, a causa del blocco delle assunzioni, una situazione divenuta ingestibile in molti enti locali.
Il conflitto capitale-lavoro si esprime su diversi fronti – la testimonianza di una lavoratrice della Reggia di Caserta, che poneva il problema dei mancati finanziamenti ai luoghi della cultura e che potrebbero tradursi in licenziamenti, ne è un’ulteriore conferma – ma se dovessimo individuare dove lo scontro si sta consumando maggiormente è proprio nelle fabbriche. Gli operai sono stati tra i primi a mobilitarsi contro la mancata chiusura degli stabilimenti durante il primo lockdown; quelle giornate di marzo, divenute l’ispirazione della nostra area sindacale, sono la prova che la classe operaia esiste ancora e che quando è necessario, fa sentire la propria voce. Le testimonianze di diversi operai provenienti da tutta la Campania (FCA – Pomigliano, Prima Sole Components – Caivano) e presenti nelle varie vertenze (Jabil – Marcianise) andavano tutte nella stessa direzione: bisogna fare una guerra frontale a Confindustria e ai padroni. Lo sciopero del 5 Novembre ha portato alla riapertura delle trattative sul rinnovo del contratto dei metalmeccanici, ma non è ancora vinta la battaglia, per ottenere un rinnovo dignitoso bisogna andare fino in fondo con la lotta. La vicenda della Whirpool di Napoli dimostra che per affrontare la politica economica che ha contraddistinto i padroni e i governi degli ultimi anni (delocalizzazioni e chiusure soprattutto nel Mezzogiorno) è necessario che le varie vertenze aperte sul territorio si compattino sotto la parola d’ordine “lavorare meno, lavorare tutti!”.
La fase storica che stiamo attraversando ha pochi precedenti, i lavoratori sono di fronte ad un bivio: pagare la crisi sia in termini economici che sanitari o decidere di lottare. La nostra area “Giornate di Marzo” ha già scelto la seconda opzione e facciamo appello a tutti i lavoratori ad unirsi a noi. Quello di ieri è stato il primo appuntamento in Campania, i nostri obiettivi sono: organizzare assemblee con i lavoratori una volta al mese e, attraverso i nostri strumenti (il sito internet e la pagina Facebook), essere un megafono per le lotte e le esperienze dei lavoratori.
Al lavoro e alla lotta.