Per l’alternativa nella Cgil! Roma, 6 novembre. La prima assemblea nazionale dell’area Giornate di marzo.

L’assemblea organizzata sabato 6 novembre dall’area alternativa della Cgil Giornate di marzo non si può considerare che un grande successo. Oltre 90 compagni provenienti da tutta Italia si sono riuniti a Roma per fare il punto sulla situazione e delineare un’alternativa alla linea attendista del sindacato e decidere come portarla nei luoghi di lavoro e nelle assemblee. Una riunione pratica, operativa, come sottolineato dal coordinatore nazionale Mario Iavazzi, in cui l’entusiasmo e la voglia di lottare, la voglia di opporsi con fermezza a una situazione sempre più insostenibile scaturivano da ogni intervento.
Due interventi importanti hanno portato la testimonianza di alcune tra le lotte operaie più importanti in corso: quello di Giovanni Fusco della Whirlpool di Napoli, che ha portato nell’assemblea “l’animo indomito dei lavoratori di Napoli”, decisi a non cedere in una vertenza lunga e sfiancante (26 tavoli ministeriali) all’arroganza padronale; e quello di Dario Salvetti della Gkn di Campi Bisenzio, che ha raccontato le difficoltà della loro vertenza, ma anche la solida base sui poggia, grazie al lavoro quotidiano fatto negli anni precedenti, e che oggi gli permettere di pensare di poter rovesciare i rapporti di forza.
Tante altre testimonianze dai luoghi di lavoro hanno sottolineato il peggioramento delle condizioni di lavoro, l’aumento dei carichi, delle pressioni e degli orari, a cui sono strettamente collegati le morti e gli infortuni sul lavoro. Tanto nei settori in crisi quanto in quelli in ripresa, come ha detto Davide Bacchelli, delegato alla Ima di Bologna, dove hanno raggiunto anche picchi di 86 ore lavorate in una settimana, o alla Stellantis, che nonostante le procedure aperte di Cig ha aumentato il carico di lavoro a Pomigliano (da 470 a 478 auto prodotte per turno) come riportato da Domenico Loffredo.
Margherita Colella di Parma e Arianna Mancini di Roma hanno parlato della situazione nel settore pubblico, rispettivamente della scuola e della sanità, e dell’impatto fortissimo che la pandemia ha avuto su di loro. Pandemia che ha colpito duro anche la logistica, di cui ha parlato Antonio Forlano delegato Ups di Milano, che ha fatto l’esempio della loro lotta contro il precariato legato ad appalti e subappalti,; e il commercio, di cui ha parlato Angelo Raimondi delegato Esselunga di Milano, dove il peggioramento delle condizioni è legato anche alla questione salariale, con il contratto scaduto e il settore diviso in 4 conratti diversi.
Questione salariale che è stata al centro di quasi tutti gli interventi, di cui Paolo Brini del Comitato centrale Fiom ha fatto un ottimo quadro, e che insieme alle pensioni rappresenta il perno delle rivendicazioni oggi non più rinviabili. Un salario e una pensione dignitosi devono essere al centro di una mobilitazione che sfoci in uno sciopero generale che blocchi il paese e costringa governo e padroni a cedere. Questo lo spirito con cui si è conclusa l’assemblea, uno spirito combattivo e deciso, che ha pervaso gli animi di tutti i partecipanti, che insieme hanno convenuto, con una risoluzione approvata all’unanimità, di portare la parola d’ordine dello sciopero generale senza ulteriori tentennamenti in tutte le assemblee che si svolgeranno nel prossimo periodo.
(Il testo della risoluzione è reperibile qui)