Assemblea generale FIOM-CGIL del 5/9/2023

Assemblea generale FIOM-CGIL del 5/9/2023

Pubblichiamo l’intervento di Paolo Brini all’assemblea generale della FIOM-CGIL del 5/9/2023.

LA REDAZIONE

Compagne e compagni

proprio perché condivido la necessità espressa dal compagno Trevisan nella relazione di intensificare ed ampliare la lotta e costruire i rapporti di forza necessari, resto ogni giorno più allibito dall’attendismo della Cgil e da come ci stiamo arrampicando su tutti gli specchi possibili pur di non dichiarare guerra a questo governo di delinquenti al totale servizio dei padroni!

Un governo peraltro travolto dalle proprie contraddizioni, ultima delle quali espressa dalle parole di Georgetti che a Cernobbio ammette candidamente non riusciranno a mantenere le promesse elettorali. Un governo che però non va in crisi per la semplice ragione che manca di qualsiasi avversario. A livello politico l’opposizione parlamentare fa scappar da ridere. A livello sindacale noi anziché essere lanciati ai 200 allora contro le sue politiche di macelleria sociale andiamo ai 20 all’ora e con il freno a mano tirato. Ultimo esempio in merito? Muoiono 5 operai in quello che è il più grave omicidio sul lavoro dai tempi della Thyssen e noi anziché proclamare immediatamente lo sciopero generale nazionale di tutte le categorie siamo riusciti a balcanizzare la lotta dividendo gli scioperi per provincia, regione, categoria relegando tutto in Piemonte e dintorni. Ma è possibile??

Di più. Ci siamo impelagati in questa consultazione dalle cui modalità pare stiamo importando il modello americano per cui prima di scioperare si deve fare il referendum (sic!). E’ evidente che questo percorso così inedito (per non dire bizzarro) è, come diceva il compagno Braccini prima, il riflesso di una difficoltà e una spaccatura all’interno del gruppo dirigente che sta paralizzando l’organizzazione. Il primo paradosso è che andiamo a chiedere ai lavoratori se sono disposti a fare lo sciopero generale ma solo “se sarà necessario”. Ma cosa deve ancora accadere perché la Cgil affermi con nettezza che è necessario non solo lo sciopero generale ma una intera stagione di lotte?! Perciò nella migliore delle ipotesi, visto che questa consultazione occuperà tutto settembre e tutto ottobre, lo sciopero generale si farà a fine novembre/inizio dicembre e de facto sarà il semplice anniversario di quello fatto l’anno scorso. Uno sciopero puramente testimoniale senza alcuna strategia complessiva. Inoltre si afferma nel testo che lo sciopero generale, se si farà, si svolgerà “nel rapporto con Cisl e Uil”. Ma cosa vuol dire questo inciso così ambiguo e sibillino? Nella meno peggiore delle ipotesi significa che se anche faremo lo sciopero da soli, non romperemo con loro. Dunque stiamo dicendo al governo ed ai padroni che ad avere paura siamo noi!

In questo modo compagni non andiamo da nessuna parte! Ed anche sul merito delle rivendicazioni, ovviamente ci sono cose condivisibili, ma sul punto centrale e cioè il salario non diciamo nulla di efficace! Davvero pensiamo che con la contrattazione si possa recuperare il potere d’acquisto perso dai salari a causa dell’inflazione? Mirko Rota dell’Ufficio Sindacale nel suo intervento ha mostrato bene come in tutti i contratti dell’industria fino ad ora rinnovati siamo ben al di sotto di questo obbiettivo: aumenti che non coprono nemmeno la metà dell’inflazione reale. Se a questi ci aggiungiamo che non più tardi di luglio abbiamo firmato nella vigilanza privata l’ennesimo contratto pirata, perché ahimè li firma anche la Cgil (22 contratti per la precisione mai disdettati), che credibilità pensiamo di avere con una proposta del genere? Ci siamo addirittura inventati la richiesta di indicizzare all’inflazione reale le detrazioni pur di non parlare di indicizzazione dei salari! Vogliamo avere i lavoratori con noi a scioperare? Proponiamo il ripristino della scala mobile! Scommettiamo che per questo i lavoratori in piazza scendono eccome? Ce lo dice il governo che l’86% dei lavoratori vuole il ripristino della scala mobile! Vogliamo costruire coscienza? Questa è la strada, avere parole d’ordine all’altezza.

Per questo io credo che la Fiom, ad oggi l’unica categoria che davvero sta spingendo per la lotta, debba aprire uno scontro dentro alla Cgil nei confronti di tutte quelle categorie e realtà che stanno paralizzando l’organizzazione! E’ necessario che i nodi vengano al pettine e siano affrontati di petto.

Per quanto riguarda infine il tema del nostro contratto nazionale penso che, per sintetizzare, il punto centrale del prossimo rinnovo debba essere la cancellazione di una parolina dal contratto: “depurata”. Ritengo infatti che se i padroni stanno cercando di far saltare da destra il meccanismo di rivalutazione del nostro contratto, noi dobbiamo alzare il tiro e pretendere che la rivalutazione avvenga, come stabilito anche al nostro ultimo congresso, in base all’inflazione reale. Dunque non più usando come parametro l’IPCA “depurata dai costi energetici importati” ma l’IPCA vero e proprio.

A questo si deve aggiungere, proprio per rafforzare una contrattazione di secondo livello acquisitiva in termini salariali sulla parte alta della busta, la modifica della formulazione prevista a pag. 186 sulla assorbibilità dei superminimi e soprattutto sull’attuale divieto a richiedere aumenti salariali fissi. Infine dobbiamo prendere atto della necessità di scappare il prima possibile dai fondi integrativi, sia previdenziale che sanitario. Su quello pensionistico, il fatto che quest’anno abbia perso al punto che il tfr ha guadagnato tre volte tanto, dà bene l’idea del problema politico prima ancora che economico cui siamo di fronte; i nodi vengono al pettine. Per quanto riguarda invece la sanità integrativa, compagni Metasalute salterà per aria; non regge e lo sappiamo tutti. Usciamone il prima possibile. Per rispetto del rapporto con i lavoratori ma anche per un’altra ragione di fondo. Stiamo facendo una campagna a difesa della sanità pubblica?Allora non possiamo sostenere quella privatistica! Tutti gli esponenti più autorevoli del comparto dall’Istituto Mario Negri a Vittorio Agnoletto e Medicina Democratica da anni ci dicono che le sanità integrative dei contratti nazionali sono un colpo al cuore della sanità pubblica. Dobbiamo essere coerenti e conseguenti con noi stessi.

Grazie

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