Comune di Bologna: le lavoratrici dei servizi 0-6 sono pronte a scioperare!

Comune di Bologna: le lavoratrici dei servizi 0-6 sono pronte a scioperare!

Lunedì 16 ottobre, in un’assemblea affollata con oltre 200 lavoratrici e lavoratori dei servizi all’infanzia del Comune di Bologna si è votato all’unanimità per chiedere alla Rsu di convocare uno sciopero del settore. L’assemblea faceva parte di un percorso di mobilitazione di tutti i dipendenti comunali di Bologna che vedono le condizioni di lavoro peggiorare drasticamente: carenza di personale, richieste di straordinari e ad aggiungersi una contrattazione integrativa che stenta a decollare in questa condizione di inflazione alle stelle e di salari al palo.

Nei servizi educativi sono anni ormai che si vive un forte disagio per le condizioni di lavoro: dopo l’austerità imposta dieci anni fa le condizioni sono andate sempre più peggiorando. Quello che principalmente viene denunciato è: un rapporto numerico adulto-bambini troppo pesante, la mancanza di personale supplente e quindi ulteriori disagi durante malattie, permessi e altre assenze, un precariato dilagante, ore di compresenza richieste dall’amministrazione per far fronte alle mancate supplenze e un eccessivo impiego di part time involontario.

A marzo l’Rsu ha raccolto questo disagio e ha fatto votare, in un’assemblea di più di 400 lavoratrici, una piattaforma che chiedeva all’amministrazione di risolvere queste problematiche a partire da una maggiore stabilizzazione del personale, dalla trasformazione di tutti i part time involontari in full time e l’assunzione di nuove figure jolly per coprire le sostituzioni.

Inoltre, a giugno si è riaperto il dibattito sulle giornate lavorative di luglio. Mentre l’amministrazione impone 8 giornate aggiuntive al calendario scolastico incentivate miseramente, c’è un settore sempre più ampio di lavoratrici e lavoratori che mettono in discussione un accordo del 2015 siglato da tutte le sigle sindacali. Il motivo è chiaro: con un carico di lavoro così pesante durante tutto l’anno, lavorare anche a luglio senza un incentivo dignitoso è troppo! L’amministrazione su tutti questi punti non ha ceduto di un millimetro, se non dare un misero incentivo anche per le precarie.

A settembre oltre il danno è arrivata la beffa: non solo non è stata accolta alcuna proposta dell’Rsu ma l’amministrazione propone un taglio di 26 posti part time annuali, andando a gravare ulteriormente sul carico di lavoro giornaliero. Questa è stata la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso.

L’assemblea di lunedì 16 ottobre è stata convocata dall’Rsu nel cortile di Palazzo d’Accursio, sotto la sala consiliare in modo da far sentire la voce dei lavoratori nelle stanze della politica. La risposta dell’Assessore Bugani, ex leader dei Cinque Stelle locale e ora assessore della giunta “più progressista d’Italia”, è stata abbastanza prevedibile: “comprendiamo il disagio” ma “ci sono difficoltà nel bilancio e normative” e “viviamo un momento complicato”. Questa è la cosiddetta giunta progressista: quando i padroni chiedono l’austerità (solo per i lavoratori chiaramente) sono i primi a obbedire servilmente!

A quel punto è iniziata l’affollata assemblea dei servizi 0-6. Dopo l’introduzione dei delegati, si sono susseguiti diversi interventi molto radicali che esprimevano tutta la rabbia accumulata. Poi è arrivata una gran richiesta di fare qualcosa subito e si è finito con la votazione all’unanimità per lo sciopero di tutta l’Rsu e non di una sola sigla sindacale.

È evidente che come lavoratori e lavoratrici dei servizi educativi stiamo dimostrando combattività e volontà di lanciare un’offensiva per riconquistare quello che in questi anni ci è stato tolto. È dovere dell’Rsu raccogliere questa richiesta e far si che da lotte come questa si avvii una mobilitazione generale, sulla base di una piattaforma avanzata, di tutti i lavoratori del pubblico impiego a Bologna ma che si possa allargare nel resto del paese, dove si denunciano carenze di risorse e personale anche peggiori del capoluogo emiliano.