Continua l’occupazione per salvare l’ospedale di Cariati!

Continua l’occupazione per salvare l’ospedale di Cariati!

Da ormai oltre due mesi c’è una lotta in difesa del diritto alla salute, che è giunta ad occupare l’ospedale V. Cosentino di Cariati (Cs) chiuso quasi interamente a causa delle politiche sui tagli alla sanità. Abbiamo intervistato Mimmo Formaro, attivista di questo movimento e coordinatore del Collettivo Le Lampare.

Cosa è successo all’ospedale del Basso Jonio Cosentino e cosa rivendicate?

Hanno chiuso l’ospedale per la spending review. Scopelliti, ex presidente della Regione Calabria nonché commissario alla sanità, decise di tagliare 18 ospedali con la scusa di rientrare dal debito. Per quanto riguarda il Basso Jonio cosentino, l’Alto crotonese e la Sila greca (per un bacino di utenza che nel periodo invernale si aggira attorno alle 100mila unità e nel periodo estivo triplica), il territorio che interessa Cariati, da quando hanno chiuso questo presidio ospedaliero è rimasto completamente senza assistenza sanitaria pubblica. Questo produce la classe politica calabrese e il silenzio complice della maggior parte dei sindacati.

Siete in lotta da mesi. Puoi spiegarci le caratteristiche di questo movimento?

Si siamo in lotta da ben oltre due mesi. Il presidio è eterogeneo. Il movimento Le Lampare gestisce l’occupazione. È un collettivo che lavora da oltre 10 anni sul territorio e si è interessato a diverse tematiche, in particolare l’ambiente e la sanità. Le parole d’ordine della lotta sono “Sì al diritto alla salute e alla sanità pubblica gratuita, efficiente e di qualità” e “Stop alla sanità privata”. È un’occupazione vera, stiamo dentro sia di giorno che di notte e grazie a questo movimento si è riaperta una partita che sembrava chiusa. Abbiamo ottenuto l’assunzione di 3 operatori socio sanitari a tempo indeterminato per il reparto della Rsa medicalizzata. Gli Oss non venivano assunti da anni. C’erano posti letto non attivati per mancanza di personale. Questo è il segnale che la lotta paga e solo se si lotta i risultati arrivano, una risposta all’inettitudine politica e sindacale.

Com’è il rapporto col territorio?

Nel presidio popolare le sensibilità politiche sono composite ma il riferimento del Collettivo è alla sinistra anche se non ci sentiamo rappresentati in Parlamento. Sosteniamo diverse piattaforme di discussione che coinvolgono direttamente i lavoratori. Nel caso specifico di Cariati la solidarietà e la vicinanza con i lavoratori è palpabile. Il clima è ottimo in generale con i cittadini. Ci sono stati diversi episodi di solidarietà. Nel periodo natalizio, grazie alla “Terra di Piero” e “Cosenza solidale”, abbiamo fatto dei piccoli regali ai bambini delle famiglie più disagiate giochini e accolto la comunità marocchina qui. L’occupazione è diventata una piazza, un luogo di confronto.

Come pensate di proseguire?

Andremo avanti finché non avremo come primo risultato il reinserimento dell’ospedale Vittorio Cosentino di Cariati nella Rete ospedaliera regionale per acuti. Questo ci permetterebbe di avere un pronto soccorso e un reparto di degenza ad esso correlato. Siamo caparbi e continueremo! Non parliamo di un paese, ma di un intero territorio.

a cura di Mario Iavazzi

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