Resoconto assemblea nazionale dei lavoratori della sanità pubblica e privata dell’Area d’alternativa in CGIL Giornate di Marzo
Di seguito il Resoconto assemblea nazionale dei lavoratori della sanità pubblica e privata dell’Area d’alternativa in CGIL Giornate di Marzo
Il 27 maggio scorso si è tenuta la prima assemblea nazionale dei lavoratori della sanità pubblica e privata dell’Area d’alternativa in CGIL Giornate di Marzo. Circa trenta lavoratori e delegati da diverse città si sono riuniti per confrontarsi sui temi scottanti del settore, ma soprattutto per ragionare insieme sulla piattaforma rivendicativa di cui abbiamo bisogno, su come raggiungere un numero sempre maggiore di lavoratori, su come coordinare le diverse lotte.
A partire dall’impatto che la pandemia ha avuto sul nostro settore, già tragicamente depauperato da decenni di tagli, la riflessione si è allargata, concentrandosi sullo stato in cui versa la sanità pubblica: carenza di organico, carichi di lavoro estenuanti, salari tra i più bassi d’Europa, liste d’attesa interminabili, tagli di posti letto, privatizzazioni selvagge (grazie anche ai fondi sanitari privati sostenuti dalle politiche di welfare aziendale che si stanno introducendo in tutti i CCNL). Il governo Meloni in questo senso è in assoluta continuità con i suoi predecessori: i fondi destinati alla sanità nella legge di bilancio sono briciole (circa 3 miliardi) e l’imperativo di questo governo resta quello di privatizzare.
Lo smantellamento della sanità pubblica è ad uno stadio molto avanzato e per invertire questa rotta è necessario abbandonare la mentalità della delega e attivarsi in prima persona per costuire il sindacato di cui abbiamo bisogno: un sindacato in cui i protagonisti siano i lavoratori, in cui le proposte contenute nelle piattaforme non cadano dall’alto sulle nostre teste, ma siano sottoposte al nostro giudizio.
Tanti i temi affrontati nel dibattito, primo fra tutti quello salariale. Il tavolo per rinnovo del CCNL del comparto della sanità pubblica parte molto male, con appena il 5,7% delle risorse stanziate (aumenti medi di circa 125 euro), mentre anni di inflazione hanno ridotto all’osso il potere d’acquisto dei nostri già magri salari. La CGIL, ad oggi, non ha una piattaforma chiara e offensiva, ma si limita a dichiarare che a queste condizioni non firmerà, mentre continua a spendere energie sul terreno del referendum, strumento spuntato, inutile e poco sentito dai lavoratori.
Si è riflettuto poi sui rischi del ddl sull’autonomia differenziata, che aumenterà il divario tra il nord e il sud del paese, favorirà le privatizzazioni e contribuirà al processo di smantellamento del CCNL.
Uno dei temi emersi con forza è quello del controllo dei lavoratori negli ospedali, nei servizi e nelle strutture. È emersa la volontà di avere voce in capitolo sulle condizioni di lavoro e sicurezza, nelle quali, ad oggi, non esercitiamo alcun controllo. Ma per raggiungere questo obiettivo, dobbiamo mostrare i muscoli, e dobbiamo farlo con gli strumenti corretti. Per questo in diversi interventi sono state ricordate esperienza di lotta e partecipazione: lo sciopero del 2023 all’Ospedale Rizzoli di Bologna, quello della Funzione Pubblica di Bologna che la nostra area ha lavorato per costruire e che ha visto una larga partecipazione.
Molto importante, in questo senso, l’intervento delle lavoratrici della Asp Golgi Redaelli di Milano, dove il protagonismo di un gruppo di lavoratori combattivi ha dato vita ad un comitato spontaneo di lotta che ha avuto la capacità non solo di aggregare e avanzare richieste chiare e audaci che la direzione ha dovuto gioco forza prendere in considerazione, ma è riuscito anche ad esercitare una grande pressione sulla RSU che, fino a quel momento, era rimasta completamente passiva di fronte alle problematiche dei lavoratori.
La sanità è al capolinea e la continua fuga dei lavoratori che la abbandonano è un sintomo allarmante che molti, nei loro interventi, hanno sottolineato. E certo un sindacato sempre più distante dai lavoratori non aiuta ad invertire questa rotta. Le condizioni di lavoro, dopo la pandemia, sono perfino peggiorate e molti si sentono lavoratori invisibili.
Da Modena, un OSS ha spiegato a quali condizioni salariali e normative è costretta a lavorare una categoria indispensabile e ormai molto professionalizzata, nella jungla del sistema delle cooperative, tanto per dirne una.
Sicurezza e salute nei luoghi di lavoro sono una chimera, come spiega durante l’assemblea un medico del lavoro impiegato allo Spresal: l’aumento di malattie cronico degenerative e dello stress lavoro-correlato è una realtà tangibile.
Ma in questa assemblea non abbiamo solo voluto lagnarci delle nostre condizioni di lavoro. Abbiamo largamente ragionato su alcune proposte operative. Dobbiamo costruire il sindacato che ci serve e di cui possiamo essere protagonisti: costruire la nostra area in sanità, aggregare lavoratori di tutte le categorie, comprese quelle non sanitarie, è una necessità. Per farlo pensiamo sia necessario partire da una piattaforma chiara, combattiva e semplice, attorno alla quale aggregare altri alla nostra battaglia per una sanità pubblica, gratuita, universale e sotto il nostro controllo. Abbiamo inoltre necessità di dare visibilità e protagonismo ai lavoratori e per farlo è stata avanzata la proposta di utilizzare l’area come strumento attraverso il quale far conoscere la propria realtà sotto forma di interviste, rapporti dai luoghi di lavoro, articoli da pubblicare on line e sul nostro giornale e campagne social.
Alcune delle rivendicazioni raccolte durante la nostra assemblea:
- In difesa del CCNL come elemento unificante e contro le logiche deteriori e divisive delle singole categorie professionali che tolgono forza alla battaglia complessiva
- Aumenti salariali di non meno di 400 euro netti
- Riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario
- Abolizione dei doppi turni
E più in generale:
- Aumento dei finanziamenti al SSN, ai servizi pubblici, ai servizi assistenziali e alla persona. Riestituzione immediata di tutto quanto è stato tagliato negli ultimi 15 anni al SSN (oltre 40 miliardi!).
- Stabilizzazione di tutti i precari
- Ripubblicizzazione di tutta la sanita privatà e dei lavoratori del privato
- Abolizione del numero chiuso all’università
L’area Giornate di Marzo – Alternativa in Cgil – si impegna a strutturare una proposta di piattaforma sul CCNL della sanità, a partire dai punti sopra citate, da discutere in una nuova assemblea e sulla quale costruire una campagna per aggregare altri lavoratori che, come noi, sono stanchi di assistere passivamente e vogliono inziare a lottare.
ORGANIZZATI CON NOI!