NO GREEN PASS NELLE MENSE IN MASERATI!
La FAQ del governo in merito al green pass nelle mense aziendali ha destato non poca confusione tra i lavoratori e gli attivisti sindacali nei luoghi di lavoro.
Alcune aziende hanno subito approfittato della situazione per avallare la posizione del governo.
La Maserati Modena è stata una di quelle aziende nelle quali tirava una brutta aria. Si paventava, infatti, con comunicazioni non ufficiali da parte di incaricati dalla Direzione aziendale una
netta demarcazione tra lavoratori muniti del biglietto verde per andare in mensa mangiando con dignità e quelli che invece sarebbero stati collocati presso altri luoghi (senza chiarire ancora quali fossero!) senza il green pass.
Come delegati Fiom Maserati di Modena abbiamo rispedito al mittente senza possibilità di replica e di discussione la posizione inaccettabile condivisa con il governo minacciando immediatamente uno sciopero se l’azienda non avesse evitato di ufficializzare tale inaccettabile decisione.
E così è stato!!!!
La Maserati di Modena dopo aver tentato la carta del lasciapassare sulla storia del green pass, addirittura equiparando FAQ a legge, evita di andare allo scontro e, almeno per ora, rinuncia.
Non è possibile accettare questi provvedimenti in quanto ipocriti, inefficaci e discriminatori.
Come militanti sindacali occorre contrastarli in tutti i modi.
Gli RSA e gli RLS sono stati protagonisti attivi della situazione emergenziale all’interno dei luoghi di lavoro e i risultati si sono visti: in Maserati negli ultimi 4/5 mesi abbiamo avuto 0 contagi, non si capisce in questo senso l’utilità del green pass se non come chiaro atto discriminatorio.
Esiste poi una contraddizione di fatto: 8 ore di linea di montaggio dove il lasciapassare verde non viene richiesto (e non deve essere richiesto!!!), contro un’oretta di mensa. Non vi è nessuna logica.
Per questo nel prossimo periodo dovremo continuare a stare all’erta e vigilare affinché l’azienda non adotti queste misure discriminatorie rimanendo pronti a lottare senza fare sconti.
Siamo convinti che la campagna di vaccinazione debba essere sostenuta con tutte le evidenze scientifiche, cosa che questo governo ha dimostrato sin da subito di non essere in gradi di fare.
Alle preoccupazioni e alle paure non si risponde col green pass imposto da chi ha sbagliato e continua a sbagliare tutto sul piano del contrasto alla diffusione del contagio, della prevenzione e degli (scarsi) investimenti sul servizio sanitario nazionale.
Tuttavia i rappresentanti sindacali devono essere in condizione di tutelare i diritti dei lavoratori che non si sentono di vaccinarsi senza alcun tipo di discriminazione.
La CGIL e la FIOM devono rappresentare anche questa parte di lavoratori senza se e senza ma.
Anche se il governo malauguratamente dovesse decidere di fare diventare la FAQ una legge a tutti gli effetti . Cosa ancora più grave!!!
La CGIL dovrebbe subito rispondere con uno sciopero generale.
Senza dimenticare che questo modo di adoperare delle aziende e dei padroni nasconde ben altre insidie come quello in questo caso di voler surrettiziamente introdurre nei luoghi di lavoro l’obbligo vaccinale le cui conseguenze potrebbero essere ancora più disastrose del previsto.
Il motivo poi di tanta solerzia da parte di chi, in quest’anno e mezzo, si è opposta strenuamente ad ogni ipotesi di totale chiusura delle attività produttive non essenziali per impedire la diffusione del virus e la garanzia della retribuzione ai lavoratori, non è certamente per il benessere della salute collettiva, ma per non avere intoppi nelle loro attività produttive.