Lo sciopero del 5 Novembre all’IMA di Bologna
Lo sciopero del 5 Novembre può essere considerato un esercizio di riscaldamento per il movimento sindacale e la categoria in generale. Data la ritrosia con la quale i vertici sindacali organizzano delle mobilitazioni , molti delegati sindacali non hanno una esperienza diretta di organizzazione di scioperi. Con questo sciopero in diversi sono stati coinvolti nella propaganda e nell’organizzazione, e i delegati con più esperienza hanno trasmesso il modo con cui si fanno presidi e si parla ai lavoratori durante lo sciopero. Per esempio a Castel San Pietro si è improvvisata una Assemblea con i lavoratori che hanno partecipato al presidio.
Anche per la massa di lavoratori si è trattato di un momento di cambiamento. Abbiamo ripristinato la tradizione del presidio davanti ai cancelli , in cui chi non ha voluto aderire allo sciopero guarda in faccia chi lo ha organizzato . Non siamo stati aggressivi con loro. Sappiamo che in assenza di Assemblee per molti può non essere chiaro perché scioperare. Lasciato a se stesso l’individuo è debole di fronte all’azienda. E ieri molti si sono potuti rendere conto della forma organizzata della rappresentanza sindacale , spesso confusa come un ente para-aziendale che distribuisce comunicati.
Ieri abbiamo iniziato alle 6.15 con l’organizzazione del presidio di Via Emilia, dopo di che ci siamo distribuiti davanti alle entrate più importanti delle varie sedi, infine ci siamo riconcentrati al presidio principale dove ci hanno raggiunto lavoratori anche da altre fabbriche come la Pelliconi. Eravamo in collegamento in rete con decine di presidi a livello regionale ed è stato fatto uno streaming in diretta della mattinata.
Al di là delle percentuali di adesione , penso che sia stato fatto un passo in avanti decisivo nel rafforzamento della vertenza. FederMeccanica ha sbagliato i conti nel prevedere il disinteresse dei lavoratori e il flop degli scioperi. Al contrario ne usciamo con maggior convinzione delle nostre forze.