RIZZOLI (Bologna) CRONACA DI UNA GIORNATA DI SCIOPERO
Mercoledì 19 aprile si è tenuto lo sciopero all’Istituto Ortopedico Rizzoli (IOR) di Bologna. Per la prima volta, da almeno 25 anni, una sigla confederale ha proclamato uno sciopero aziendale di 24 ore. I quotidiani il giorno dopo titolavano “Adesione altissima”, “Sciopero storico al Rizzoli, difendiamo l’eccellenza”.
Le problematiche presenti, anche in uno degli istituti di maggior prestigio (lo IOR è considerato il 5° ospedale ortopedico al mondo per qualità), hanno portato alla necessità di proclamare lo stato d’agitazione. Un’eccellenza a livello di servizi ma, evidentemente, non sul terreno delle condizioni di lavoro.
Questo è stato sostenuto inizialmente da tutte le organizzazioni sindacali ma dopo alcuni tentativi di rassicurazione da parte dell’azienda solo la Fp Cgil ha deciso di non revocarlo, con l’intento di ridare dignità ai tanti lavoratori e alle tante lavoratrici che non sono più disposti a subire le angherie di un Sistema Sanitario che tende ad arricchire il privato e indebolire la sanità pubblica.
Si è giunti nel mese di marzo a calendarizzare tre giornate di assemblee con i lavoratori, tre momenti in cui si potesse discutere delle problematiche dell’Istituto e delle azioni da intraprendere. Da queste discussioni, in cui hanno partecipato un notevole gruppo di lavoratori nonostante la mole di impedimenti che ci sono in sanità per le convocazioni di assemblee in orario di lavoro, è uscito un elenco nutrito di problematiche che riguardano ogni area: sanitaria, tecnico-amministrativa e ricerca, uno dei fiori all’occhiello dell’Istituto ma che vede un altissimo tasso di precariato (oltre 60 tempi determinati e circa 50 borse di studio).
Il risultato delle assemblee è stato il consenso unanime alla possibilità di indire una giornata di sciopero, con la convinzione che di fronte ad un’azienda sorda solo la lotta può portare può far valere le ragioni dei lavoratori.
I giorni precedenti allo sciopero sono stati elettrici: grande era la voglia di partecipare e di organizzare lo sciopero, in particolar modo da parte dei lavoratori più giovani e meno avvezzi alle “tradizioni” sindacali. Il giorno di prima dello sciopero una nutrita compagine si è cimentata orgogliosamente a creare cartelloni e striscioni per il giorno seguente: “basta precariato legalizzato”, “voi comprate F35, a noi date 5+5 #lapiramidedellavergogna” (riferito ad una norma che tiene i ricercatori sanitari precari per un decennio dopo tanti anni di contratti co.co.co)”, “la sanità non si vende, si difende!”, “diritti, dignità per chi lavora in sanità”. Il coinvolgimento e la determinazione dei lavoratori renderanno lo sciopero un grande successo.
Il presidio di fronte allo IOR ha visto la partecipazione di oltre 100 lavoratori, sostenuti anche da delegati di altri settori della sanità (Ospedale Maggiore e Sant’Orsola di Bologna per esempio). L’adesione allo sciopero è stata complessivamente attorno al 40%, in considerazione dei contingentati, degli assenti a qualsiasi titolo (malattie, ferie, congedi ecc.) e dei lavoratori in riposo. Ha visto in particolare la chiusura della radiologia, del 75% delle sale operatorie, dell’accettazione in ospedale e una massiva adesione dei ricercatori dell’Istituto, dimostrando la convinzione verso lo sciopero. Gli interventi da parte dei delegati dei lavoratori sono stati molto combattivi e dunque accolti favorevolmente da parte dei tutti i presenti al presidio, a rimarcare il sostegno che si può ottenere con una piattaforma radicale e vicina alle esigenze dei lavoratori.
Il presidio si è concluso con un corteo dall’ingresso principale fino sotto la direzione. Il corteo è avanzato con determinazione e aleggiava nelle fila un clima di fiducia e liberazione. Alle ore 13 abbiamo incontrato il Direttore Generale e il Direttore Amministrativo con una delegazione composta dai sindacalisti e da una folta presenza di lavoratori di diversi profili e aree. Nell’incontro si sono trattati i diversi argomenti oggetto dello sciopero: la carenza di personale (ma anche di materiale e di strumenti) nelle aree sanitarie, le riorganizzazioni in atto per le quali non c’è un reale confronto col sindacato e la rappresentanza dei lavoratori, le problematiche delle sale operatorie e il rischio radiologico, le carenze nelle aree amministrative, i problemi che esistono nei servizi unici amministrativi e le problematiche determinate dai diversi programmi informatici. Ampio spazio è stato riservato al tema della ricerca, alla precarietà dei ricercatori e alla richiesta sindacale di valorizzare maggiormente il personale della ricerca.
La Direzione ha espresso attenzione per le istanze presentate, riconoscendo in parte le problematiche poste dalla Fp Cgil, dai delegati e dai lavoratori presenti all’incontro e ha assunto degli impegni. Attenzione e impegni tutti da verificare nelle prossime settimane e nei prossimi mesi. La Direzione ha obiettivamente riconosciuto la riuscita di uno sciopero.
Questo sciopero dev’essere visto come l’inizio di un percorso. Le problematiche sollevate non riguardano solo lo IOR e in buona parte provengono dai tagli e dalle leggi nazionali. Per questo si devono porre le basi per aprire un capitolo di lotta generale in difesa della sanità pubblica. Se questa giornata ha lasciato qualcosa è proprio la consapevolezza che con un programma chiaro e radicale e con il protagonismo dei lavoratori si può risalire la montagna.