La conferenza politica di Unite si impegna per la nazionalizzazione ed il controllo da parte dei lavoratori

La conferenza politica di Unite si impegna per la nazionalizzazione ed il controllo da parte dei lavoratori

Riceviamo, a titolo personale, da Arsalan Ghani, attivista del settore dell’istruzione di Unite (uno dei due maggiori sindacati inglesi) e volentieri pubblichiamo questo articolo sull’ultima conferenza del sindacato.

La redazione

La recente conferenza programmatica di Unite ha visto un voto unanime a sostegno di una nuova Clause 4, che invita il Partito laburista a lottare per la proprietà comune ed il controllo democratico dei lavoratori. Questo è il programma socialista coraggioso di cui ha bisogno il movimento operaio.

Il mese scorso, il 22 ottobre, alla sesta conferenza programmatica di Unite a Liverpool, è stata approvata all’unanimità la mozione unificata 15 che chiedeva al sindacato di impegnarsi per la nazionalizzazione dell’industria sotto il controllo dei lavoratori.

La mozione prevede che Unite proponga al partito laburista di adottare una nuova Clause 4 (letterealmente clausola 4, parte integrante dello statuto del partito, ndt), secondo le parole del compianto Tony Benn. Le mozioni approvate dalle commissioni dei settori dell’istruzione e dell’edilizia di Unite sono state raggruppate in un’unica mozione unificata per la votazione dei delegati alla conferenza.

Clause 4

La Clause 4 originale, adottata nel 1918, sottolineava l’impegno dei laburisti a porre fine al capitalismo e a realizzare la trasformazione socialista della società.

Negli ultimi anni, durante le “riforme” del New Labour di Tony Blair, questa Clause 4 di stampo socialista è stata sostituita da una versione annacquata, che elogia il “dinamismo” del mercato. Questo ha aperto la strada al disastro delle privatizzazioni.

Come dichiarò Blair all’epoca: “La mia visione per il New Labour è di diventare quello che era il Partito Liberale nel diciannovesimo secolo”.

Marxisti, attivisti sindacali e leader dell’ala sinistra laburista hanno avviato la campagna “Labour4Clause4” nel gennaio 2018, al fine di fare pressione per il ripristino della vecchia Clause 4.

La campagna è riuscita a raccogliere il sostegno di molti leader sindacali e parlamentari di sinistra, insieme a quello di attivisti di base, con eventi molto partecipati in parallelo alle conferenze del Partito Laburista.

Alla conferenza laburista del 2019, circa il 62% dei delegati delle Clp (le sezioni locali del partito laburista – n.d.t.) ha votato a favore del ripristino della Clause 4 originale.

Trasformazione socialista

Al momento di questa votazione, il Comitato esecutivo nazionale laburista si era impegnato a rivedere la formulazione della Clause 4.

Come risposta, gli attivisti della campagna Labour4Clause4 hanno redatto una nuova Clause 4, basata sulle stesse parole di Tony Benn, che recita:

“Noi sosteniamo i diritti innati di tutte le persone a un lavoro utile, ad abitazioni, istruzione, e una sanità di qualità e a pensioni dignitose, libere da ogni forma di discriminazione. Crediamo che questi diritti non possano essere pienamente realizzati sotto il capitalismo, dove i valori umani sono subordinati alla richiesta di profitto. Il nostro scopo è abolire gli ostacoli alla realizzazione di tali aspirazioni.

Come partito socialista, non esistiamo per gestire il capitalismo. Miriamo a realizzare una trasformazione della società alle fondamenta, che fornirà a tutti la possibilità di vivere una vita piena e soddisfacente. Adotteremo i mezzi necessari a tale scopo mediante, tra le altre cose, la proprietà comune delle leve fondamentali dell’economia sotto il controllo e la gestione democratica da parte dei lavoratori, comprese le banche e le società finanziarie, la terra e tutte le aziende che dominano la nostra economia. Sosteniamo una società socialista democratica basata sul principio da ciascuno secondo le propria capacità a ciascuno secondo i propri bisogni”.

Il disastro delle privatizzazioni

Sotto Margaret Thatcher ebbe luogo un massiccio programma di privatizzazioni. Questo continuò sotto John Major, e poi sotto il “New Labour” di Tony Blair con l’istituzione delle PFI (Private Finance Initiative – iniziative di partenariato pubblico/privato per finanziare progetti pubblici con capitale privato – n.d.t.).

L’evidenza mostra che le privatizzazioni hanno prodotto risultati negativi, con un calo della qualità dei servizi pubblici e un aumento dei costi – nei settori ferroviario, energetico e sanitario, tra gli altri.

Inoltre, il fallimento di società private – come il gigante dell’outsourcing Carillion – ha provocato massicce perdite di posti di lavoro.

Queste aziende private sono fortemente antisindacali, con i padroni che impiegano tutti i tipi di attività antisindacali e di liste nere.

Esempi di imprese edili mostrano che i delegati e gli attivisti sindacali sono spesso presi di mira e perseguitati, con i padroni che collaborano e condividono le proprie informazioni in tutto il settore per tenere fuori militanti noti.

Le privatizzazioni hanno anche portato a un enorme divario di ricchezza. Mentre i miliardari accumulano tutti i soldi per sè, vivendo nel lusso, i lavoratori affrontano continui attacchi ai loro salari e alle loro condizioni di vita, senza mai vedere alcun miglioramento sotto questo sistema capitalista di sfruttamento.

Per la pianificazione, non per il profitto

Come marxisti, ci opponiamo a tutte le forme di controllo privato sui mezzi di produzione. Non possiamo fidarci dei Tories per farla finita con le privatizzazioni e le esternalizzazioni.

Accogliamo quindi con favore questa azione del sindacato Unite di proporre al Partito Laburista – a cui è affiliato – di lottare contro le privatizzazioni e le esternalizzazioni e per un’economia socialista pianificata, adottando questa nuova Clause 4.

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