ASSEMBLEA SINDACALE AL NEWTON DI PARMA. RIVENDICAZIONI INSUFFICIENTI E PROSPETTIVE SCARSE
Riceviamo e volentieri pubblichiamo da un attivista della nostra area a Parma, un rapporto su un’assemblea in una scuola di Parma che indica come sia necessario un necessario cambio di direzione se vogliamo essere, come CGIL, all’altezza della battaglia per il contratto e della campagna per il rinnovo delle RSU.
La REDAZIONE
Il 21 ottobre si è tenuta l’assemblea sindacale alla scuola primaria Newton di Parma. Due i punti all’ordine del giorno: lo stato dell’arte della trattativa per il rinnovo del CCNL e l’avvio della campagna per il rinnovo delle RSU.
Ciò che ha colpito è stata la routine con cui è stata condotta l’assemblea dal sindacato, come se non fosse accaduto nulla di straordinario negli ultimi 3 anni. Come se il covid non sia esistito nella realtà quotidiana dei lavoratori, come se non si fosse palesata la strutturale mancanza di personale docente e ATA, come se la DaD non avesse impoverito gli studenti e sfiancato gli insegnanti.
Fare affermazioni come “c’è il problema del personale e del precariato” senza tradurle in precise rivendicazioni pare esprimere un’impotenza e una mancanza di prospettive. Nel mio intervento ho sottolineato come non sia più accettabile che un sindacato dica “l’aumento proposto dal ministero, in base alle disponibilità (che dice di avere NdR), è questo. Noi volevamo 100€ ma arriveranno 80€”. La CGIL dovrebbe avanzare un aumento minimamente dignitoso; sottoporre questa proposta ai lavoratori stessi e organizzarli in una mobilitazione per ottenerlo.
Invece l’apparato subordina le rivendicazioni alle dichiarazioni del governo in nome della “trattativa” ma così facendo è condannato, come mostra oramai la ventennale esperienza degli accordi, a contratti capestro.
Lo stesso con il precariato: i tagli degli ultimi decenni vanno azzerati, il personale serve e va assunto tutto, la pandemia lo ha mostrato chiaramente. Non si può certo limitarsi a sperare nelle assunzioni
(promesse e in parte già bocciate dal governo stesso) che potrebbero arrivare coi soldi del PNRR. Un atteggiamento di fiducia e dialogo nei confronti del governo è un errore che non possiamo permetterci:
abbiamo a che fare con un governo di chiara impronta confindustriale e di attacco ai lavoratori (basta guardare la discussione sull’età pensionabile).
Invece che spargere illusioni sulla conversione ecologica, che si tradurrà in una valanga di soldi alle imprese per ammodernamenti che di green avranno poco o niente, dobbiamo pretendere che le risorse vengano destinate alla sanità pubblica, alla scuola, all’università, ad un giusto sistema pensionistico.
I lavoratori sono stanchi di una linea sindacale fallimentare; l’attendismo e il parlare senza dare una prospettiva non sono più strade praticabili facilmente: i lavoratori hanno bisogno di credere in un obiettivo per mobilitarsi e non sono più disposti ad applaudire passivamente. Hanno bisogno di un’organizzazione sindacale che sia efficace nel portare a casa significativi miglioramenti per chi lavora, non di sentirsi ripetere cose che già sanno o nell’essere rassicurati che il futuro sarà meglio del presente.