I lavoratori della sanità privata conquistano il contratto. La lotta paga!
Dopo quasi 14 anni di blocco contrattuale e una preintesa firmata il 10 giugno scorso che i padroni si sono rimangiati (vedi Rivoluzione n.71) Cgil Cisl Uil hanno proclamato una giornata di sciopero nazionale lo scorso 16 Settembre. Il primo su base nazionale per quanto riguarda il comparto della sanità privata per riconquistare il contratto nazionale.
Uno sciopero riuscitissimo tenendo conto della complessità di un settore sottoposto alla garanzia dei servizi essenziali e a tutti i vincoli previsti dalla normativa sugli scioperi nei servizi pubblici che nei fatti impediscono l’esercizio del diritto di sciopero a tanti lavoratori. Sono stati chiusi tanti servizi delle case di cura di tutto il paese, sale operatorie, palestre, servizi diagnostici, uffici amministrativi.
Nelle tante piazze convocate c’era una rabbia e una combattività che non si vedeva da tempo. I lavoratori chiedevano le stesse condizioni dei loro colleghi della sanità pubblica. Un comparto, quello privato, quasi interamente pagato da fondi pubblici ma che produce profitti per grandi gruppi finanziari. Lo sdegno era così forte che non era difficile ascoltare lavoratori che invocavano lo sciopero, o addirittura l’occupazione delle strutture sanitarie, ad oltranza, fino alla firma del contratto.
La lotta, quella vera, lo sciopero, ha portato le due associazioni padronali ha cambiare orientamento. Si sono riuniti gli organismi nazionali di Aiop (Confindustria) e Aris (associazione cattolica) e hanno deciso di ratificare il contratto e di darne applicazione. Persino il presidente Bonomi, uno dei più aggressivi della storia di Confindustria degli ultimi decenni, è intervenuto per concludere la vertenza e giungere alla sottoscrizione. L’8 ottobre si terrà l’incontro per la firma definitiva. Non c’è esperienza più utile di questa: solo la lotta paga perché dei padroni non ci si può fidare mai!
Il nuovo contratto ha una vigenza contrattuale 2016-2018. In sostanza, dunque, è già da considerarsi scaduto. Dopo la riconquista del contratto si riparta subito con un percorso partecipato, coinvolgente e democratico di costruzione di una piattaforma per il prossimo rinnovo contrattuale del comparto. Parallelamente si apra una discussione tra tutti i lavoratori in merito alla necessità che la sanità sia pubblica ponendo al centro il tema della ripubblicizzazione della sanità privata e l’assunzione di tutti i lavoratori della sanità nel sistema pubblico.
Non si attenda mai più tutto questo tempo per proclamare uno sciopero nazionale e lanciare una mobilitazione vera. La vicenda del contratto nazionale della sanità privata dimostra che il tempo trascorso senza lotta è solo tempo perso.