Per una mobilitazione vera! Intervento di Mario Iavazzi al Direttivo Nazionale FP CGIL del 22 Ottobre ‘20

Per una mobilitazione vera! Intervento di Mario Iavazzi al Direttivo Nazionale FP CGIL del 22 Ottobre ‘20

Seppur non mi sorprenda affatto, è davvero sconcertante che nonostante l’esperienza della scorsa primavera chi governa, sul piano nazionale e locale, non abbia fatto nulla nei mesi scorsi. Ciò che sta capitando in quest’autunno è un dejavu!

E’ la riproposizione delle stesse contraddizioni di marzo ad un livello più alto. Il governo potrebbe riproporre il lockdown, seppur parziale, diversi governatori o sindaci impongono il coprifuoco notturno ma per chi lavora nessun provvedimento di tutela della salute. Anche chi non lavora in servizi essenziali deve lavorare per la produzione ed il profitto.  I luoghi di lavoro diventano dei veri focolai. La sanità, le Rsa, i servizi assistenziali i principali focolai.

L’affermazione per la quale “il servizio sanitario ha retto l’urto” nuovamente ripetuta anche all’iniziativa in Piazza del Popolo a Roma, il 10 Ottobre, dal ministro Speranza, alla prova dei fatti, evapora come l’acqua quando raggiunge i 100°. La diffusione del virus è fuori controllo e passa sempre sotto traccia l’incapacità del SSN di rispondere ai bisogni dei cittadini in merito al diritto alla salute, alla prevenzione, alla cura delle patologie No Covid, una risposta che si riduce drasticamente o, per meglio dire, si cancella.

In questo contesto i ricchi diventano sempre più ricchi grazie alla pandemia. E sottolineo, non “nonostante” ma grazie alla pandemia.

I temi su cui la Cgil sta lanciando la mobilitazione sono sacrosanti. Il governo si sta preparando a far cadere la norma che blocca i licenziamenti, questo provocherà un’indignazione e una rabbia generale.

Si è correttamente evidenziata la centralità dei rinnovi dei contratti nazionali di lavoro. Si tratta di contratti di settori decisivi per la garanzia dei servizi essenziali durante l’emergenza sanitaria. La sanità e tutti i contratti che rientrano nell’ambito di pertinenza della nostra categoria sono tra questi. Ieri si è svolto lo sciopero dei lavoratori del pulimento che hanno il contratto fermo da 7 anni. Gli stessi ipocriti che definiscono questi lavoratori “eroi” sono tra coloro che ci spiegano che oggi non è il caso di chiedere aumenti dei contratti perché la situazione economica del paese è difficile.

C’è poi il tema delle risorse. Stride tutto ciò che sta avvenendo con le affermazioni che sentiamo quotidianamente in merito al fatto che adesso le risorse economiche ci sono.  La stessa legge di bilancio è costruita solo con le risorse che si aspettano dall’Europa, soldi che se e quando arriveranno contribuiranno esclusivamente ad aumentare il debito che poi vorranno far pagare ai lavoratori.

Dei 40 miliardi previsti nell’ipotesi di legge di bilancio, il grosso va ancora una volta alle imprese attraverso la defiscalizzazione, la decontribuzione e soldi a fondo perduto. Si sommano alle decine di migliaia di miliardi che il governo ha già stanziato per loro negli ultimi 6 mesi. Nel frattempo briciole ai trasporti pubblici, le immagini con i mezzi pubblici strapieni restano nella memoria di ognuno, alla scuola, la cui riapertura è stata un disastro, alla sanità, per cui i 4 mld indicati nella legge di bilancio sono nulla rispetto ai 37 mld di definanziamento negli ultimi 10 anni e alle reali necessità.

Sono d’accordo con la segretaria Sorrentino quando dichiara che “laddove il pubblico si ritrae c’è spazio per il privato”, per questo noi dovremmo rivendicare con chiarezza il percorso inverso, il privato, anche quello accreditato, torni pubblico.

E, a proposito di sanità privata su cui si è detto tanto, volevo cogliere la lezione principale dell’epilogo di questa vertenza. E’ la lotta che ci ha permesso di rinnovare il contratto dopo 14 anni, e solo la lotta. In merito, volevo citare un articolo di un giornale che ne parlava, il cui obiettivo era chiaramente quello di ridimensionare il valore dello sciopero. Quest’articolo, pessimo, commentava il rinnovo del Ccnl Sanità Privata sostenendo che è vero che lo sciopero del 16 settembre è stato decisivo per condurre alla firma di quel contratto ma è vero – sosteneva – che la politica ha aiutato perché, durante la pandemia, è sensibile all’argomento. Il redattore di questa perla faceva finta di dimenticare che le associazioni firmatarie avevano unilateralmente deciso di non ratificare il contratto, dopo la preintesa, nel bel mezzo della pandemia e per più di due mesi hanno mantenuta rigidamente questa posizione e solo lo sciopero ha sbloccato la situazione. L’unica verità è che hanno paura delle lotte dei lavoratori, della rabbia che cova e di quello che potremo vedere nel prossimo periodo.

Concludo ponendo due questioni.

La prima: bene la proclamazione dello stato di agitazione, ma poi? Qual’è il carattere che si vuol dare alla mobilitazione? Io penso che, tanto più in una fase del genere, la mobilitazione debba essere vera e non si possa pensare solo a manifestazioni di piazza, in un periodo, peraltro, in cui è più complicato per la condizione sanitaria pensare a grandi manifestazioni di massa. La sciopero è necessario e deve unificare le lotte su questioni che, come è del tutto evidente, coinvolgono tutte le categorie. Dovremmo sostenere la richiesta di uno sciopero generale nazionale e, comunque e in ogni caso, la nostra categoria dovrebbe impegnarsi a proclamare lo sciopero nei nostri comparti.

Infine, cosa avverrà se le altre organizzazioni sindacali si sottrarranno al percorso di mobilitazione di cui, ad oggi, non sono chiare le caratteristiche? Io penso che sarà tanto meglio se il percorso dovesse essere unitario ma, in ogni caso, la mobilitazione debba essere considerata imprescindibile e, nel caso, promossa anche dalla sola Cgil.

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Alla conclusione del Direttivo la Segreteria Nazionale ha proposto un ordine del giorno sulla proclamazione dello stato di agitazione della categoria.

Iavazzi ha proposto un emendamento integrativo:

“Alla luce di questa analisi e delle valutazioni esposte il CD Direttivo Nazionale della FP CGIL, nel quadro dello stato di agitazione e della mobilitazione, proporrà alle altre organizzazioni sindacali di categoria la proclamazione di uno sciopero nazionale e chiederà alla confederazione di proclamare lo sciopero generale nazionale”.

L’emendamento è stato respinto con 3 voti a favore e 3 astenuti e l’area Giornate di Marzo si è, dunque, astenuta sull’ordine del giorno (che è stato approvato con 3 astenuti).