CGIL UN IMMOBILISMO SUICIDA
Quando Mattarella ha incaricato Draghi di formare il governo, il segretario della Cgil Landini non ha atteso neppure la fiducia in Parlamento per esprimere il suo apprezzamento a un governo che si dichiara votato al “dialogo sociale”.
Non è la stagione dell’austerità, ricorda Landini, il punto decisivo oggi è come si spendono le risorse europee e un nuovo modello di sviluppo. Ma se è vero che oggi all’ordine del giorno non ci sono i tagli di Monti, ma la gestione del Recovery fund, la finalità rimane la stessa: salvaguardare gli interessi dell’impresa e non certo quelli dei lavoratori.
Non c’è “dialogo sociale” che possa far cambiare gli interessi di classe che Draghi è chiamato a garantire. Apparentemente il governo tende la mano al sindacato, anche attraverso il neoministro del lavoro Orlando, della sinistra Pd. Ma lo fanno per un solo motivo: vogliono la collaborazione del sindacato per garantire che le loro politiche passino nella pace sociale. Non a caso ci si riferisce al “modello Ciampi” del 1993, ossia a una concertazione tra padronato, sindacati e governo che per molti anni è stata una gabbia micidiale per i lavoratori.
Basti ricordare che da quegli accordi nacquero le politiche di precarizzazione del lavoro e la stagnazione ventennale dei salari. Il “patto per l’innovazione” della Pubblica amministrazione firmato con Brunetta è un primo tentativo di questa nuova stagione concertativa. La crisi sanitaria prosegue senza interruzioni e con essa le politiche restrittive che valgono per chiunque, scuole comprese, ad eccezione di chi lavora.
Nel contempo c’è una restrizione nei fatti delle attività e dei diritti sindacali. Vorrebbero che i lavoratori si bevessero la storia che il virus si ferma fuori dai cancelli dei posti di lavoro. Nemmeno si citano le migliaia di focolai nelle aziende, che nella sola Emilia Romagna sarebbero circa 600, nel silenzio assordante dei dirigenti sindacali. Importanti grandi aziende industriali stanno vaccinando dei lavoratori in nome della produttività, uno schiaffo in faccia alle priorità sociali e ai soggetti più a rischio. Non c’è nessuna strategia contrattuale, le piattaforme contrattuali, laddove sono state presentante, sono vaghe e non costruite con i lavoratori; milioni di lavoratori hanno il contratto nazionale scaduto e non sentono battere un colpo, le vertenze sono ferme, il sindacato è assente.
È ora di uscire da questo immobilismo suicida!
La Cgil cosa aspetta a mobilitare i lavoratori per la chiusura delle attività non essenziali e in difesa del diritto alla salute? Probabilmente siamo al minimo storico di assemblee sindacali svolte tra i lavoratori nei posti di lavoro. Il padronato un programma ce l’ha, vogliono poter licenziare liberamente e abrogare alcune parti del “decreto dignità”, a partire da quelle sull’obbligo di causali per il rinnovo dei contratti precari dopo i primi 12 mesi.
Sono anche disposti a vedere un certo numero di lavoratori andare in pensione, se questo permette l’assunzione di nuovi precari a condizioni peggiori. Se il governo per ora prende tempo, è solo per un motivo: temono il ritorno della lotta di classe, timore che a quanto pare colpisce anche il vertice sindacale, se piuttosto che soffiare sul fuoco della rabbia dei lavoratori che cova e che esploderà, pensa di poter convincere un governo del genere a mettere in atto politiche progressiste.