Logistica, Number 1: massimo sfruttamento ed evasione fiscale
In questi ultimi anni il settore della logistica ha fatto profitti senza precedenti.
Parallelamente, lo sfruttamento intensivo degli autisti, dei magazzinieri, dei lavoratori è stato portato avanti dai colossi del settore con tutti i mezzi possibili. Non è un caso che l’inchiesta giudiziaria riguardante la Number1 di Parma, primo operatore della logistica in Italia, si focalizzi sulla filiera del sistema degli appalti. Di appalto in subappalto, si arriva a cooperative che non solo utilizzano i peggiori contratti nazionali, troppo spesso sottoscritti anche dalle dirigenze sindacali confederali, ma che oltretutto operano in un contesto di assoluta mancanza di sicurezza sul lavoro.
Nel caso della Number1 emerge chiaramente come il gruppo dirigente di quest’azienda big della logistica fosse anche il gestore e l’organizzatore del personale delle cooperative d’appalto: quest’ultime non erano altro che uno strumento fittizio per comprimere diritti e salari dei lavoratori, fregarsene della loro sicurezza, mettere in campo meccanismi di evasione fiscale. Sarebbe però sbagliato considerare tutto questo l’eccezione ad una presunta regola caratterizzata da dinamiche diverse. Il caso Number1 è semplicemente una delle tante spie che segnala il reale stato del sistema nel mondo della logistica: totale precarietà dei lavoratori, elusione fiscale e contributiva, bassissimi salari, infortuni all’ordine del giorno e altro ancora. Il primo passo per invertire la rotta non può che essere una completa internalizzazione dei rami societari via via esternalizzati in tutte le principali aziende del settore, rivendicando la piena sicurezza sul lavoro e salari dignitosi.
Queste parole d’ordine possono divenire fatti concreti solo tramite la mobilitazione dell’intera categoria, puntando a contratti nazionali che impediscano tali dinamiche d’appalto e che pongano come prioritario e universale il pieno recupero del potere d’acquisto dei lavoratori.