CONTRATTO COMMERCIO E SERVIZI – L’ennesimo accordo a perdere per i lavoratori
Il 12 dicembre 2022, la Filcams Cgil, Fisascat cisl e Uiltucs Uil hanno siglato dei protocolli di intesa con le quattro associazioni padronali del settore “commercio e servizi “; Confcommercio, Confesercenti, cooperazione e Federdistribuzione.
Lo diciamo subito senza fraintendimenti: questo accordo NON ci piace!
Lo riteniamo l’ennesima sconfitta per i lavoratori del settore.
I contratti sono scaduti il 31 dicembre del 2019, quindi tre anni fa. Le trattative per i rinnovi non sono mai decollate appieno, ma hanno viaggiato a tempi alterni per la contrarietà delle associazioni padronali a firmare approfittando anche della situazione che si era venuta a creare con la pandemia.
Le ultime motivazioni sostenute dai padroni per non rinnovare il contratto sono la crisi mondiale ed il caro bollette, dimenticandosi immediatamente dei lauti profitti fatti nel 2020/2021.
La risultante di queste “trattative” sono:
- una una tantum di 350 euro lordi al IV° livello full time ( riparametrati per i part time e per chi ha avuto periodi di assenza non retribuita ) per sanare i tre anni trascorsi senza rinnovare il contratto
( 2020/2022 ) ed un aumento di 30 euro lordi come anticipo dei futuri aumenti contrattuali. Questa una tantum verrà erogata in due tranche: 200 euro a gennaio e 150 a marzo, mentre i 30 euro di aumento in busta paga partiranno da aprile
Da ciò che si evince dai comunicati sindacali, oltre alla soddisfazione per questo accordo, sembra esserci già un calendario di incontri tra le parti tra gennaio e maggio che dovrebbe portare al rinnovo del contratto 2023/2025.
Perché diamo un giudizio negativo all’intesa ?
Sanare i tre anni trascorsi senza rinnovo contrattuale con 350 euro lordi è uno schiaffo in faccia a noi lavoratori. Si pensi che se si fosse rinnovato il contratto regolarmente, nelle nostre tasche sarebbero arrivati circa 2000 euro ( netti ), mentre così ne avremo 350 lordi.
Gli aumenti in busta paga vanno ad incidere su varie voci, come la paga oraria, ordinaria e straordinaria, sulle pensioni, sul tfr, tredicesima e quattordicesima, mentre l’una tantum la prendi una volta e non incide per niente sulla busta paga. L’aumento previsto ad aprile 2023 di 30 euro lordi, altra miseria, sarà un anticipo sugli aumenti futuri, che probabilmente non arriveranno prima del 2024 e se il buon giorno si vede dal mattino, abbiamo l’impressione che sarà un aumento contrattuale di poco peso. Gli istituti internazionali dicono che i salari italiani hanno perso il 2.9% di potere di acquisto negli ultimi 30 anni. Unici in Europa!
E’ questa la risposta che si vuole dare ai lavoratori del settore?
Noi pensiamo che la categoria si dovesse muovere molto prima coinvolgendo i lavoratori.
Spiegando come stavano le cose e soprattutto costruire un campagna per arrivare ad un accordo onorevole.
Un accordo onorevole prevederebbe, preso atto che i tre anni sono trascorsi inutilmente, un riconoscimento della vacanza contrattuale di 1000 euro netti ed un aumento in busta paga di 300 euro!
Sappiamo che molti si metteranno a ridere e ci diranno che siamo utopisti o populisti, ma in realtà è chi firma gli accordi come quello del 12 dicembre che è lontano dalla realtà. Siamo oramai a 12% di inflazione e solo con aumenti importanti si può provare a resistere. Siamo altresì convinti che tutta la CGIL debba attrezzarsi con una campagna nazionale per una nuova scala mobile dei salari che protegga il nostro potere d’acquisto dall’inflazione. Nella piattaforma vanno inseriti anche temi di natura normativa importanti come il pagamento dei primi tre giorni di malattia, il lavoro domenicale, la precarietà diffusa del settore, i molti part time involontari e non ultima per importanza la questione della sicurezza nei luoghi di lavoro. La Filcams avrebbe dovuto indire uno sciopero dell’intera categoria nelle giornate in cui la CGIL scende in piazza contro la finanziaria del governo Meloni, portando così lo sciopero da quattro ore all’intera giornate. Dando una motivazione forte per scioperare.
In Germania, la IG Metall, che non è proprio un sindacato rivoluzionario, pur non riuscendo ad ottenere il recupero totale di ciò che si è perso con l’aumento del costo della vita, ha ottenuto un aumento del 8,5 % ed un premio di 3.000 euro.
Hanno preparato il terreno rendendo partecipi i lavoratori dello stato dell’arte, mobilitandoli nelle settimane precedenti l’intesa e pronti a continuare gli scioperi nel caso non si fosse chiuso con un accordo se non proprio soddisfacente, almeno dignitoso!
Siamo lontani anni luce ed in ritardi strepitoso.
Va invertita la rotta prima che si vada a sfracellarci sugli scogli!
Come compagne e compagni di Giornate di Marzo, area di alternativa in CGIL faremo la nostra battaglia per portare queste parole d’ordine in Filcams e tra i lavoratori.