Un’ondata di scioperi scuote la Gran Bretagna
Il Regno Unito è attraversato da un’ondata di scioperi quale non si vedeva da decenni. Sono finora scesi in campo ferrovieri, postini, portuali e aeroportuali, infermiere, lavoratori delle ambulanze, delle telecomunicazioni, dell’università, in difesa dei salari massacrati dall’inflazione.
Alla corsa dei prezzi (più 10,7% l’ultimo dato ufficiale) si aggiunge una distribuzione del reddito sempre più diseguale, con interi settori della popolazione lavoratrice che sprofondano nella povertà.
Nella scorsa estate è stata la vertenza dei ferrovieri organizzati dal sindacato RMT a conquistare l’attenzione generale. Le imprese hanno proposto un aumento del 4% all’anno per due anni, ma vogliono recuperare con i tagli: pretendono che sui treni rimanga solo il macchinista, senza altro personale, nonché la chiusura totale degli sportelli di biglietteria e l’equiparazione delle domeniche ai giorni feriali.
Nei mesi estivi il sindacato UNITE, con uno sciopero combattivo che ha bloccato l’aeroporto di Heathrow, ha ottenuto aumenti del 13% per il personale aeroportuale di terra e per gli equipaggi. I portuali di Liverpool hanno conquistato il 18,5% di aumento dopo due settimane di sciopero.
In questo clima, l’allora primo ministro Boris Johnson attaccava pubblicamente “i sindacalisti marxisti che vogliono rovesciare il governo”. Il giornale “popolare” Sun usciva con una prima pagina intitolata “Class War” (guerra di classe). Ma era solo l’inizio.
A ruota dei ferrovieri si è sviluppata la vertenza dei postini di Royal Mail. Un gruppo che nel 2021 ha fatto 758 milioni di profitti e ne ha distribuiti 500 in dividendi agli azionisti, per poi presentarsi al tavolo delle trattative offrendo un aumento del 2%.
Dopo un primo giro di scioperi, l’azienda ha proposto il 7% in due anni e un piano di “modernizzazione” che scardinerebbe completamente i diritti dei lavoratori, nonché la disdetta di tutta la precedente contrattazione. Il sindacato ha risposto convocando 19 giornate di sciopero nel periodo fino a Natale, compreso il Black Friday e altre date chiave per gli acquisti online.
Le norme anti-sciopero
Il Regno Unito ha una delle legislazioni più restrittive sul diritto di sciopero, che per essere convocato deve essere preceduto da un referendum fra i lavoratori interessati con il quorum al 50%. Tuttavia le consultazioni svolte con voto postale hanno restituito nette maggioranze, fino al 97,6% di Royal Mail e al 91,7% dei ferrovieri.
In novembre sono scesi in campo 70mila lavoratori di 150 università con tre giornate di sciopero. Il personale ha subìto in 12 anni un calo medio del salario reale del 20%, oltre a centinaia di esuberi dovuti alla chiusura di corsi e dipartimenti.
La tegola forse più grossa per il governo conservatore è lo sciopero delle infermiere. Il sindacato che le organizza, il Royal College Nursing (RCN), con 465mila aderenti è probabilmente il più grande sindacato del mondo nel settore e non aveva mai convocato uno sciopero in oltre un secolo di storia. Inutile sottolineare l’impatto di questa vertenza di una categoria di lavoratori applauditi come eroi della lotta alla pandemia e poi cinicamente scaricati dal governo. Decine di testimonianze hanno denunciato lo stato disastroso del NHS, il servizio sanitario nazionale, massacrato dai bassi salari, dai tagli al personale e dal sovraccarico intollerabile di lavoro. Il primo sciopero in dicembre ha visto una vasta solidarietà attorno al personale sanitario.
Il RCN rivendica un aumento del 19%, il governo per ora offre il 4,75% e sono convocate due nuove giornate di sciopero. Contemporaneamente si è aperta anche la vertenza dei lavoratori delle ambulanze (organizzati da un altro sindacato).
L’oltranzismo del governo
Finora il governo ha mantenuto una posizione oltranzista. Il premier Sunak sta proponendo una legge sui “servizi minimi obbligatori” che di fatto renderebbe illegale lo sciopero nelle ferrovie. Se il TUC (la confederazione sindacale) si è limitato ad annunciare ricorsi in tribunale contro possibili nuove leggi anti-sciopero, sia Sharon Graham (UNITE) che Mick Lynch (RMT) hanno dichiarato che i loro sindacati non accetteranno una proibizione di fatto degli scioperi.
Il governo potrebbe tentare di disinnescare lo sciopero delle infermiere, per poi tentare di dividere il fronte sindacale. Tuttavia non sarà facile, perché qualsiasi accordo che si dovesse firmare con il RCN sarà preso a riferimento anche dalle altre categorie, e con una richiesta sindacale iniziale del 19% di aumento non è pensabile che la vertenza possa essere risolta con qualche spicciolo.
Nel frattempo altre categorie si preparano a scioperare, dagli insegnanti ai vigili del fuoco.
Il ritorno in campo della classe lavoratrice in Gran Bretagna deve essere studiato da qualsiasi militante voglia seriamente impegnarsi per rompere la paralisi imposta dalla burocrazia sindacale che attanaglia i lavoratori italiani.