Rinnovo del contratto integrativo Motovario: un esempio da seguire.
Nella giornata di ieri 27 luglio presso la ditta Motovario, azienda del modenese leader nei motoriduttori, Direzione Aziendale, Rsu e Fiom, Fim, Fismic hanno firmato il rinnovo del contratto integrativo aziendale per il triennio 2023-2025.
Le tre novità del presente rinnovo sono le seguenti:
1) Introduzione di pause collettive di 20 minuti per i turni del mattino e pomeriggio (che già lavorano 7 ore pagate 8), di 10 minuti per il turno di notte (che già lavora 6 ore pagate 8) e di 30 minuti (15 al mattino + 15 al pomeriggio) per chi lavora a giornata. Di fatto si tratta di una ulteriore riduzione dell’orario effettivo di lavoro.
2) Aumento di 60 euro mensili non assorbibili e uguali per tutti del premio di produzione, voce collocata nella cosiddetta “parte alta” della busta paga e dunque con incidenza su tutti gli istituti contrattuali, che si vanno a sommare ai 123 euro mensili di aumento del Contratto nazionale ricevuti a giugno.
3) Aumento del Premio di Risultato di 200 euro per un massimale di 1245 euro annui che sarà ogni anno indicizzato all’inflazione reale. Pertanto non verrà usato come indice l’Ipca depurato ma l’indice Istat “FOI” (indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati).
Ricordiamo infine che in Motovario sono presenti anche una quota salariale fissa nella parte bassa della retribuzione pari a 153 euro mensili (frutto del consolidamento di una parte di PDR fatta nel precedente rinnovo contrattuale) e un premio feriale pari ad una mensilità (quattordicesima).
Il rinnovo contrattuale è senza dubbio molto positivo e migliorativo delle condizioni salariali e lavorative in azienda. Inoltre, sia l’aumento fisso mensile che l’indicizzazione all’indice FOI, benchè relativo al “solo” Premio di Risultato, politicamente apre comunque un precedente importante nel poter tornare a parlare di indicizzazione dei salari all’inflazione reale, cosa che un tempo veniva garantita dalla scala mobile.
Quello di Motovario è un esempio che dimostra come se si osa si può tornare a riportare al centro della discussione la questione salariale e della scala mobile. Vertenze aziendali come questa se diffuse possono essere un viatico per aiutare ad aprire la questione a livello nazionale e generale. Il problema è tutto di volontà politica da parte dei vertici del nostro sindacato.
Bisogna cambiare linea!