ODG per le assemblee sulla consultazione della CGIL
La consultazione della Cgil sul programma il cui slogan è “La via maestra, insieme per la Costituzione” sta avvenendo nell’indifferenza generale e non sta riscontrando particolare entusiasmo tra i lavoratori. Sposta solo in avanti i tempi, lasciando la Cgil nell’immobilismo. È l’ennesimo tentativo del gruppo dirigente di mettere la testa sotto la sabbia e di sottrarsi al proprio dovere. La vaga ipotesi di uno sciopero generale, “se necessario” e “in rapporto con CISL e UIL” è solo una frase che svuota di significato uno strumento di lotta fondamentale, trasformandolo in una specie di rituale. Per queste ragioni, delegati e lavoratori che fanno riferimento alla nostra area hanno votato contro nella consultazione ed hanno presentato un ordine del giorno che ha riscosso un successo straordinario.
Rendiamo disponibile il testo dell’ordine del giorno per chi volesse utilizzarlo e presentarlo nelle assemblee sul proprio posto di lavoro.
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L’assemblea dei lavoratori della ditta…. riunita in assemblea il giorno ….esprime un giudizio fortemente negativo in merito al testo proposto al voto nella consultazione poiché non fa altro che lasciare la Cgil nell’immobilismo spostando ancora più in avanti i tempi della lotta.
Non abbiamo bisogno di uno sciopero rituale “una tantum”, magari a dicembre, ma di una intera stagione di mobilitazione con un vero coinvolgimento dal basso, con scioperi mirati, sia articolati che nazionali.
La scala mobile dei salari che sia in grado di adeguare le retribuzioni all’aumento del costo della vita, aumenti contrattuali non inferiori ai 300 euro mensili per recuperare quanto perso in questi 2 anni di inflazione e un salario minimo che dia dignità agli stipendi. Queste, dovrebbero essere rivendicazioni da sostenere assieme alla lotta alla precarietà ed in difesa della scuola e della sanità pubblica. Se vogliamo davvero essere all’altezza dello scontro e riconquistare tutto quello che ci hanno tolto dobbiamo fare sul serio. Dobbiamo tornare a far davvero paura ai padroni ed al governo.
Cosa deve ancora succedere affinché ci si convinca che è necessario un autunno di lotta?
E’ tempo di fare come in Francia e come nel settore auto negli Stati Uniti!
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