Sciopero Enel: fermiamo i licenziamenti alla centrale di Civitavecchia!
Qual è il nostro futuro?
Questa è la domanda che tanti lavoratori della centrale Enel di Torrevaldaliga di Civitavecchia si sono posti ieri quando si sono riuniti in assemblea fuori ai cancelli della centrale.
Ieri la Fiom Cgil ha convocato uno sciopero di 8 ore per denunciare la mancanza di un intervento concreto per una riconversione industriale dell’impianto. Il futuro della centrale a carbone e dell’indotto è molto incerto. L’incertezza deriva dal processo di decarbonizzazione e la graduale uscita dal fossile per la produzione di energia elettrica. Sono anni che vengono messe in campo varie proposte per affrontare questo cambiamento ma nessuna garantisce la salvaguardia dei posti di lavoro sia della centrale sia di tutto l’indotto. Le ipotesi sono tre: realizzare un vero e proprio distretto energetico da rinnovabili, creare un impianto eolico offshore (un impianto di produzione di energia elettrica che utilizza turbine eoliche poste in mare aperto) e, ultima ipotesi, realizzare un hub correlato per la componentistica.
Proprio in questi giorni, alle ditte che lavorano per l’Enel, è stata comunicata una pesante riduzione delle lavorazioni che ha già provocato il mancato rinnovo di quasi tutti i contratti a termine. Dal 2003 le unità lavorative sono già diminuite: i dipend enti diretti ora sono oltre 800 a cui vanno aggiunti i lavoratori dell’indotto e oltre 300 portuali che da anni si occupano dello scarico del carbone. Ad oggi varie lettere di licenziamento sono giunte ai lavoratori e tante altre continueranno ad arrivare nei mesi di novembre e dicembre. La riconversione a gas dell’impianto è al centro del dibattito politico e ambientale di Civitavecchia. Negli anni sono nati tantissimi comitati in difesa dell’occupazione e della salute dei cittadini.
Secondo lo studio dell’osservatorio epidemiologico, ogni anno si registrano circa 700 decessi per tumori, 850 decessi per malattie cardiorespiratorie e 140 per malattie respiratorie. Questi sono numeri allarmanti che cresceranno sempre di più senza un intervento concreto di de carbonizzazione. Ad oggi Civitavecchia insieme alla città di Taranto è tra le più inquinate d’Italia: i livelli di inquinamento sono 90 volte più alti delle altre città.
Questa prima giornata di sciopero ha visto la combattività di molti lavoratori che, a dispetto di ciò che troppo spesso sentiamo dire dai dirigenti sindacali, hanno dimostrato la loro determinazione e nelle prossime settimane si prospettano nuove giornate di mobilitazione.
Bisogna costruire queste giornate di lotta nei vari posti di lavoro facendo assemblee per coinvolgere più lavoratori possibili sia dell’Enel che nell’indotto.
Come ha detto ieri un lavoratore: “ci hanno sfruttato per anni e adesso che non serviamo più ci licenziano. Noi rispondiamo con la lotta.” Ieri i metalmeccanici si sono fermati e non sarà nè la prima nè l’ultima volta. Per tutto il mese di ottobre ci saranno scioperi dello straordinario e altre forme di sciopero come quella delle reperibilità.
Questo è un primo passo ma ci vuole una mobilitazione più ampia capace di coinvolgere l’indotto e la cittadinanza in un piano di riconversione che metta insieme lavoro e salute. La Fiom e le organizzazioni sindacali devono promuovere assemblee in tutti i luoghi del lavoro della filiera produttiva.
Difendiamo tutti i posti di lavoro e la salute dei lavoratori e dei cittadini.
No ai licenziamenti! Per l’internalizzazione di tutti i settori della produzione esternalizzati!
Per la salvaguardia di tutti i posti di lavoro!