Parte il tavolo per il rinnovo del CCNL della Sanità: con quale piattaforma?

Parte il tavolo per il rinnovo del CCNL della Sanità: con quale piattaforma?

Lo scorso 20 Marzo si è aperto il tavolo per il rinnovo del CCNL Sanità Pubblica scaduto, come del resto gli altri contratti nazionali pubblici, da oltre 2 anni. Il contratto nazionale dei circa 700mila lavoratori che compongono il comparto sanità.

Ma con quale piattaforma si apre questa contrattazione non è dato saperlo. L’ultimo contratto firmato era stato reputato, da chi lo aveva firmato, come un contratto innovativo ma nessuno delle lavoratrici e dei lavoratori della sanità è stato interrogato sul se fosse necessario apportare delle modifiche a quello che oggi è il contratto stesso. Nessuna piattaforma lanciata, nessuna discussione affrontata, e i temi su cui confrontarsi, purtroppo non sono pochi.

I tagli al fondo sanitario nazionale stanno determinando il crollo della sanità pubblica in tutto il paese con la conseguenza preoccupante di un ulteriore aumento delle liste d’attesa per eseguire test diagnostici o gli stessi ricoveri. Liste d’attesa preoccupanti che, in un paese che vede in costante aumento la popolazione con età superiore a 65 anni, determinerebbero un tracollo preoccupante dell’assistenza pubblica, gratuita e universalistica.

La grave situazione della sanità pubblica si somma alla carenza di lavoratori e professionisti nel mondo della sanità che produce carichi di lavoro insopportabili.  Dicono che le professioni sanitarie sono sempre meno attrattive e, in effetti, è reale l’aumento del numero delle dimissioni volontarie in sanità pubblica, ma poi nulla fanno in merito ai percorsi universitari e all’abolizione dei numeri chiusi, Ma, soprattutto, è completamente assente l’obiettivo di aumentare in maniera significativa i salari e i diritti del comparto.

La funzione del contratto nazionale di lavoro e, in questo caso, della contrattazione per il suo rinnovo, dovrebbe essere utile esattamente per questo.

Girano voci e notizie sui mass media che fanno riferimento a possibili aumenti medi di 130 euro. Dopo l’incontro del 20 marzo la segreteria della Fp Cgil e della confederazione hanno dichiarato la propria insoddisfazione in merito alle scarse risorse previste che prevederebbero incrementi pari al 5,78%. Se si contrattassero miglioramenti sulla parte normativa calerebbe addirittura questo incremento. E’ giusto denunciare questo atteggiamento infame da parte del governo. Ma la domanda è: qual è la richiesta di aumenti salariali del sindacato? Perché non si rivendicano aumenti non inferiori a 400 euro a lavoratori di un settore così decisivo per la società dopo, peraltro, un inflazione del 17% negli ultimi due anni?  Perché non si propone una piattaforma che dia una risposta alla carenza di diritti e alla necessità di un loro ampliamento come su maternità e ferie, per la riduzione dell’orario di lavoro, per la stabilizzazione dei precari o per un incremento delle indennità ferme da oltre 30 anni?

Il nostro paese è tra gli ultimi posti in termini di valore economico contrattuale e da professionista sanitario sono testimone del fatto che quello che oggi è lo stipendio di un lavoratore nel mondo della sanità non giustifica le responsabilità e i carichi di lavoro.

Questi sono gli argomenti da affrontare con i lavoratori prima di un rinnovo contrattuale, questi sono temi di discussione per una piattaforma. La direzione sindacale non dovrebbe sedersi al tavolo di discussione prima di avviare una campagna straordinaria di assemblee in tutti i luoghi di lavoro in cui si discuta della piattaforma contrattuale. Quelli citati sono temi importanti, sono temi che possono determinare il cambio di rotta. Noi del comparto sanità siamo stanchi di essere considerati l’ultima ruota del carro, siamo stanchi di vivere orari di lavoro massacranti, siamo stanchi di dover decidere di dimetterci perché non vediamo alternativa alcuna, siamo stanchi di accontentarci delle briciole.