Contratto distribuzione moderna organizzata: serve molto di più!
Il 23 aprile 2024, i sindacati FILCAMS CGIL, FISASCAT CISL e UILTUCS UIL hanno siglato con l’associazione di imprese Federdistribuzione (FD) l’ipotesi di accordo per il rinnovo contrattuale della distribuzione moderna organizzata (DMO). Con questo accordo si chiude il cerchio rispetto ai rinnovi contrattuali del settore commercio. Ricordiamo che nell’ultima settimana di marzo sono stati firmati i rinnovi contrattuali del terziario, distribuzione e servizi, con Confcommercio e quello cooperativo, con la distribuzione cooperativa.
Come abbiamo scritto nel precedente articolo (https://giornatedimarzo.it/2024/04/08/contratti-commercio-serve-molto-di-piu/), in prima istanza FD non era disposta a rinnovare il contratto sia per questioni economiche, sia per questioni normative. Cosa è successo in questo mese? Perché FD ha deciso di firmare? Sul lato economico sì è arrivati a fare copia ed incolla degli altri contratti: 240 euro a regime ed una una tantum di 350 euro in due tranche. Lo scaglionamento degli aumenti salariali e della una tantum è lo stesso di quello previsto con confcommercio. Quindi, contando il buco del mancato rinnovo legato agli anni 2020, 2021 e 2022, l’aumento di 240 euro non è vero che copre 4 anni, ma ne copre 7 e tre mesi!
Poi c’è tutta la partita normativa. Sempre nel precedente articolo spiegavamo che i sindacati avevano firmato il rinnovo in quanto la proposta economica era accettabile e per la parte normativa non c’erano controindicazioni in quanto tutte le richieste padronali più aggressive erano state rigettate. Se è vero che le richieste più eclatanti non sono state inserite, non è vero che dal punto di vista normativo non è successo niente. Sono state concesse delle deroghe per ciò che concerne i contratti a tempo determinato, sia per ciò che riguarda la durata, sia per le causali. I sindacati hanno deciso di assecondare le richieste padronali.
Ora vorremo che i dirigenti sindacali spiegassero perché ogni giorno chiedono leggi che proteggano i lavoratori, e poi, anche in presenza di una legge che già prevede fiumi di flessibilità e precarietà, siano disponibili a firmare una deroga che la si peggiora.
Sono state inserite diverse causali in deroga alla legge: si può assumere a tempo determinato per saldi, periodo natalizio e pasquale. Per la digitalizzazione delle aziende. In caso di nuove aperture od incremento temporaneo di lavoro. Per attività stagionali in zone turistiche. È possibile portare a due anni la durata del tempo determinato.
Se è vero che l’orario minino dei part time è stato innalzato da 16 a 18 ore per le aziende con meno di trenta dipendenti, o da 18 a 20 ore per le aziende con più di 30 dipendenti, è altresì vero che si sono inseriti contratti da 8 o 16 ore per i fine settimane per studenti, giovani under 25 e lavoratori con contratti già in essere in altre aziende.
Perché si è accettata questa ulteriore flessibilità?
Da più parti sindacali si è detto che i lavoratori saranno contenti di questo rinnovo contrattuale perché mantiene il punto sulla questione normativa e riconosce una discreta massa salariale di aumento contrattuale. Noi crediamo che questo contratto così come uscito dal tavolo delle trattative non sia un buon contratto. Economicamente parlando i 240 euro sono davvero pochi. Ne servirebbero molti di più ed ora. L’aumento di 240 lo si vedrà a regime e quindi a marzo 2027! Noi ne abbiamo bisogno subito! Normativamente parlando, i sindacati hanno accettato maggior flessibilità, come abbiamo spiegato. La questione fa arrabbiare ancora di più se si pensa che la CGIL stà raccogliendo firme per la presentazione di quattro quesiti referendari ed uno di questo è contro la precarietà.
Fino al 10 giugno sono previste assemblee tra i lavoratori delle aziende di FD per sapere se l’ipotesi di accordo è gradita oppure no. Noi inviteremo i lavoratori a votare NO per tutte le motivazioni che abbiamo provato a spiegare.
C’era il clima per tentare ad alzare la posta a partire dal lato economico. Per fare questo ci vuole la volontà da parte del gruppo dirigente sindacale che a noi sembra mancare. Si è scelto di non assecondare la disponibilità dei lavoratori alla mobilitazione e non si è approfittato delle difficoltà delle controparti.
Subito dopo il rinnovo del contratto con confcommercio, FD ha perso un pezzo; LIDL ha deciso di uscire da questa associazione padronale e rientrare in Confcommercio. Subito dopo la firma del contratto della distribuzione moderna organizzata anche FINIPER (Iper e Unes) è uscita da FD per rientrare in Confcommercio.
Insomma, non si è voluto sfruttare l’occasione.
Votiamo NO nelle assemblee. Rimettiamo in discussione il contratto ed organizziamo i lavoratori su poche, ma buone, parole d’ordine:
– aumento salariale non inferiore a 450 euro nel triennio e relativi arretrati;
– indicizzazione del salario su base mensile;
– nessun peggioramento normativo (anzi, recupero del maltolto!).
Giornate di Marzo – area di alternativa in FILCAMS CGIL