I contagi stanno tornando a dilagare nelle aziende! E’ tempo di tornare ad agire con la lotta!

I contagi stanno tornando a dilagare nelle aziende! E’ tempo di tornare ad agire con la lotta!

Stanno sempre più dilagando le notizie di lavoratori che risultano positivi al Covid. Ci troviamo di nuovo nella stessa situazione di marzo: le aziende così come i mezzi di trasporto pubblico insufficienti sono tornati ad essere i principali “produttori” di focolai. Con le stesse identiche dinamiche ma con l’aggravante di avere alle spalle un precedente da cui non solo non si è tratta alcuna lezione ma in base a cui non ci si è voluti muovere per prevenirne gli effetti .L’assurdità è che ad oggi la decisione sanitaria su cosa fare è in capo a delle Asl ormai in tilt totale perchè i laboratori sono letteralmente travolti dal numero esponenziale di tamponi che dovrebbero e non sono in grado di analizzare (si vedano le dichiarazioni della Ats di Milano di questi giorni in proposito). Asl prive altresì di qualsiasi disposizione o protocollo nazionale su come comportarsi nei luoghi di lavoro. Si sta rinunciando a tracciare i contatti dei positivi a tal punto che le decisioni degli organi sanitari competenti si basano esclusivamente sul racconto del lavoratore risultato positivo. Dunque è lasciato al dipendente magari precario, magari di una cooperativa, sotto ricatto l’onere di mettere o no in quarantena tutto il reparto o tutta l’azienda con il rischio delle conseguenti ritorsioni del caso da parte del padrone di turno. Ci si trova così con lavoratori che dichiarano di essere venuti a contatto con “nessuno” o con “solo uno o due colleghi”. Le Asl senza alcuna verifica e con la medicina del lavoro a totale rimorchio, prendono per buone queste dichiarazioni e lasciano che il lavoro nelle aziende prosegua. In questo modo per di più si sgravano gli imprenditori da qualsiasi ulteriore obbligo e responsabilità civile e penale. Non solo, qualora un lavoratore responsabilmente volesse mettersi in quarantena fiduciaria perchè non si sente sicuro o sa di essere venuto a contatto con un collega poi risultato positivo, non è coperto dalla malattia. Dovrebbe quindi utilizzare le proprie ferie o peggio restare a casa senza retribuzione!  Si capisce molto bene che questa è una bomba sanitaria che è già scoppiata e le cui conseguenze sulla salute dei lavoratori è potenzialmente devastante. Una bomba di cui nessuno dà conto o notizia. Il non aver fatto nulla quando si sarebbe dovuto, a partire da questa estate, il non voler affrontare il problema ma anzi lo sviare l’attenzione sulla “movida” o sui “comportamenti individuali” dimostra ancora una volta la collusione e malafede di governo e presidenti di regione con i capitalisti in questo disastro.Le aziende devono essere messe in quarantena quando anche un solo lavoratore risultasse positivo e tutti i dipendenti dovrebbero essere sottoposti a tampone e coperti dalla malattia ma senza che questi giorni di assenza vadano ad incidere sul periodo di comporto ai fini del licenziamento.Si devono imporre sanificazioni quotidiane sui luoghi di lavoro e più volte al giorno negli spazi comuni come bagni, mense e spogliatoi.Questo deve immediatamente chiedere il sindacato a livello nazionale sul versante sanitario, senza naturalmente trascurare la bomba sociale che rappresentano i rinnovi dei contratti nazionali e soprattutto i licenziamenti in massa preannunciati da Bonomi con la fine del blocco dei licenziamenti ormai accettata dal governo per fine anno!Tutte queste tutele non cadranno dal cielo e nemmeno dal buon cuore di Confindustria. E’ solo con la mobilitazione generale, coordinata, collettiva che si può imporre la difesa dei diritti e della salute nelle aziende.La classe lavoratrice deve riprendere il filo delle lotte dal basso intraprese a marzo.La salute viene prima di qualsiasi logica di profitto. 

RispondiRispondi a tuttiInoltra