SE IL BUONGIORNO SI VEDE DAL MATTINO… la non piattaforma per il rinnovo del CCNL DMO Federdistribuzione

SE IL BUONGIORNO SI VEDE DAL MATTINO… la non piattaforma per il rinnovo del CCNL DMO Federdistribuzione

Mercoledì 13 gennaio si è svolta l’assemblea nazionale dei delegati della Filcams Cgil della Distribuzione Moderna Organizzata (DMO). Assemblea on line. Hanno partecipato circa 400 persone, tra delegati e dirigenti sindacali.

L’ordine del giorno era la presentazione della piattaforma sindacale da proporre alla controparte (federdistribuzione) sul rinnovo del contratto nazionale. Contratto nazionale scaduto oramai da 13 mesi, cioè il 31 dicembre 2019. Questa assemblea fa seguito a quelle svolte, in presenza, nel novembre 2019!

La piattaforma è stata presentata dal segretario nazionale Alessio Di Labio.

Nella sua introduzione, Di Labio ha fatto una panoramica di carattere generale sulla situazione attuale legata alla pandemia e le ricadute economiche/occupazionali del settore del commercio, evidenziando chi ha aumentato i profitti e chi ha subito i danni della crisi. Ovviamente il settore più colpito è il turismo, sia la ristorazione che l’alberghiero, mentre il settore alimentare, ed in particolar modo la grande distribuzione, ha fatto profitti, così come la vendita on line, sia alimentare che non alimentare. L’esempio canonico di questa situazione è Amazon.

Di Labio ha sottolineato la nuova situazione che tocca molti impiegati, attraverso il cosiddetto smart working con tutte le sue ricadute, in particolar modo per le donne. Le ricadute di natura contrattuale e di salute (postazioni ergonomiche, collegamento banda larga, computer, ecc ecc ).

E’ stato fatto un “elenco della spesa” delle tematiche da inserire nel nuovo contratto e cioè:

  • una nuova classificazione del personale
  • flessibilità organizzativa legata al tele lavoro (cosiddetto smart working)
  • nuove norme sulle agibilità sindacali
  • contrattazione di secondo livello aziendale e territoriale
  • permessi e congedi ed aumento paternità obbligatoria
  • norme per la stabilità dei rapporti di lavoro a terzi (cooperative?)
  • norme antidiscriminatorie e violenza di genere
  • formazione continua rls
  • estensione sanità e pensione integrativa
  • invecchiamento attivo (?); staffetta generazionale
  • aumento salariale nel solco degli ultimi 10 anni
  • nessuna modifica al non pagamento della carenza (primi 3 giorni di malattia)
  • nessuna modifica al lavoro domenicale.

Alcune considerazioni:

Al di là degli argomenti proposti, su cui in effetti si tratta di sviluppare un punto di vista dei lavoratori, quello che in realtà lascia perplessi è che non si è entrati nel merito delle questioni, portando alla platea dei delegati delle proposte che non entrano nel concreto su cui discutere. L’unico aspetto sul quale è stato chiaro, ma in senso negativo, riguarda il lavoro domenicale e la carenza, su cui non vi sono proposte, in quanto, parrebbe che cisl e Uil di categoria non abbiano intenzione di andare allo scontro con Federdistribuzione su queste tematiche.

L’altro aspetto chiaro e per nulla condivisibile riguarda la (non) richiesta di aumento salariale.

Non si hanno richieste precise, pur tuttavia è chiaro l’intento sindacale e cioè restare sulla falsa riga dei contratti precedenti, contratti che hanno visto aumenti contrattuali per nulla dignitosi.

E’ sconcertante che ci si ritrovi oggi, dopo 14 mesi dall’ultima assemblea, 13 mesi dopo la scadenza del contratto con una bozza di piattaforma contrattuale non ancora presentata alle controparti e di questa natura.

A dire il vero non si parla di “piattaforma contrattuale”, ritenuta una vecchia modalità di affrontare la trattativa, ma si preferisce sottolineare questo come documento e cioè, una bozza di intenti da riempire strada facendo mano a mano che si approcciano le varie tematiche.

Sarebbe necessaria, invece, secondo il nostro parere, una piattaforma piena di contenuti e di proposte che vadano incontro alle esigenze dei lavoratori.

La grande distribuzione, nonostante la situazione, ha fatto profitti ed alcune catene ne hanno fatti molti. Le condizioni di lavoro, di stress e sicurezza, non solo legata al covid, sono peggiorate e di molto.

Pensiamo che la piattaforma debba essere esplicitamenterivendicativa e che serva un po’ più di coraggio; farla circolare tra i lavoratori, discutendone in tutti i negozi e con assemblee on line.

Non è sufficiente mettere i titoli e riempirli strada facendo. Serve una piattaforma che, sia per la parte economica, come per quella normativa porti ai lavoratori proposte concrete. Siamo per una piattaforma presentata in modo unitario, ma se le differenze con Cisl e Uil fossero profonde, si dovrebbe andare dai lavoratori con le piattaforme contrapposte, spiegare cosa proponiamo, ascoltare le loro richieste e motivazioni e poi, attraverso un referendum, far  decidere a loro quale dovrà essere la piattaforma migliore da presentare alla controparte.

E’ l’unico percorso che può rendere partecipi e consapevoli i lavoratori e che possa convincerli a metterci la faccia nel caso si arrivasse alla necessità della lotta.

Le richieste di aumento salariale devono essere definite chiaramente e  ben superiori ai precedenti rinnovi contrattuali. Nel c’è alcuna ragione per cui i metalmeccanici rivendicano aumenti dell’8% e noi no.  Aumenti inferiori ai 100 euro non andrebbero sottoscritti in nessun caso; le richieste dovrebbero essere ben superiori a questa cifra.

Va rimesso in discussione il conteggio degli eventi di malattia che permette alle aziende di non retribuire i giorni di carenza.

Bisogna combattere il lavoro festivo/domenicale e quindi superare le liberalizzazioni del decreto Monti del 2012.

Per ciò che riguarda le proposte di modifica normativa suggerite da Di Labio, servirebbe un confronto interno serio e tecnico/politico per entrare nel merito delle questioni, a partire dallo smart working e dalla sanità integrativa.

In un periodo come il nostro, si dovrebbe fare una lotta seria per una sanità pubblica e gratuita e non accordi di sanità integrativa, che alla fine tornano utili ancora ai padroni.

Insomma, se il buongiorno si vede dal mattino, sarà una brutta giornata. Starà ancora a noi provare a modificare il cammino di questa piattaforma contrattale.

Angelo Raimondi – delegato Esselunga – Area sindacale in Cgil “Giornate di Marzo“

Autore