ACCORDO SULLE DOMENICHE LAVORATIVE: AMA (ROMA) NON SI RISANA UN’AZIENDA SULLA PELLE DEI LAVORATORI

ACCORDO SULLE DOMENICHE LAVORATIVE: AMA (ROMA) NON SI RISANA UN’AZIENDA SULLA PELLE DEI LAVORATORI

Il 15 marzo è stato sottoscritto un accordo sul lavoro domenicale tra AMA (la ex municipalizzata dell’ambiente del comune di Roma) e organizzazioni sindacali Cgil-Cisl-Fiadel. Con questo accordo viene introdotto il lavoro domenicale ordinario, che fino ad oggi era fatto a straordinario o coinvolgeva i lavoratori assunti con obbligo di lavoro domenicale.

Inizialmente sarà volontario per gli autisti, poi verrà esteso a tutto il personale operaio con l’intenzione di renderlo obbligatorio modificando, di fatto, quanto previsto dal CCNL.

Per spingere i lavoratori ad accettare, si propone un incentivo di 108 euro lavorando la domenica e fino a 193 euro se si lavora anche sabato e lunedì, con il recupero del riposo nelle altre giornate.  Questo accordo viene giustificato per garantire i risparmi sul lavoro straordinario e dare più servizi ai cittadini.

In realtà, si vuole nascondere le responsabilità di Azienda e giunta sullo stato pietoso della pulizia della città. Il problema non è il lavoro domenicale, ma la carenza di organici, mezzi ed impianti.

Questa modifica dell’orario di lavoro va ad incidere pesantemente sulla vita dei lavoratori e sul diritto a passare del tempo con i propri affetti.

Il malumore tra i lavoratori è forte. Già alcuni anni fa si tentò la stessa operazione e fu respinta dalle assemblee dei lavoratori. Ad oggi non sono previste assemblee dei lavoratori per validare questo accordo.

È ormai evidente come, dalla elezione del nuovo sindaco Gualtieri, in Ama la subalternità delle organizzazioni sindacali al volere dell’Amministrazione sia pratica giornaliera, fino ad assumerne il punto di vista. Quel che infatti viene palesemente fuori da questa vicenda del lavoro domenicale è l’assunzione della logica per cui, visto che non si possono fare le assunzioni necessarie a causa delle politiche di austerità, bisogna spremere di più i lavoratori che ci stanno.

Come Giornate di marzo riteniamo necessario che la Cgil in primis cambi atteggiamento, si metta in ascolto dei bisogni dei lavoratori e rimarchi la sua autonomia dalle amministrazioni locali qualunque sia il loro colore politico. Riteniamo inoltre necessario che tutti gli accordi (e quindi questo sulle domeniche lavorative) siano sottoposti al voto vincolante dei lavoratori e che ripettino quanto previsto dal CCNL.