CCNL Federdistribuzione: COSÌ NON VA
All’arroganza dei padroni della grande distribuzione dobbiamo rispondere con una piattaforma avanzata
Il 27 marzo, di prima mattina, è arrivata la notizia della rottura del tavolo delle trattative tra Federdistribuzione ed i sindacati di categoria.
Si sarebbe dovuti arrivare alla firma del rinnovo del contratto scaduto oramai da quattro anni e tre mesi ( 31/12/2019 ). L’ultimo contratto ha avuto validità di un solo anno ( 1 gennaio / 31 dicembre 2019 ).
Il triennio 2020/2022 è andato a vuoto. E’ stato messo in “cascina” con una una tantum di 350 euro ed un anticipo sul futuro accordo di 30 euro nella busta paga di aprile 2023.
Da allora le trattative sono proseguite stancamente fino ad oggi con la rottura del tavolo. Più di un anno di incontri e discussioni che non hanno portato a niente.
Perché si è rotto il tavolo delle trattative ? I padroni vogliono più flessibilità, assunzioni a tempo determinato allargando la schiera delle causali, riclassificazione del personale in peggio ed attività al ribasso per i rifornitori del IV° livello.
Non vogliono dare aumenti salariali importanti ! Non più di 200 euro compresi i 30 euro anticipati lo scorso anno.
A fronte di tutto ciò, filcams, fisascat e uiltucs hanno dichiarato SCIOPERO per l’intera giornata di SABATO 30 MARZO.
Durante il covid eravamo eroi. Dopo il covid siamo tornati a non essere più niente.
In questi anni di inflazione alle stelle, abbiamo perso potere d’acquisto, mentre i padroni hanno fatto profitti d’oro scaricando il costo finale causato dall’inflazione sul consumatore ( ancora noi ). Nonostante ciò, non sono disposti a riconoscere niente !
Anzì; a due giorni dallo sciopero, Federdistribuzione comunica che le aziende aderenti, nel mese d’aprile riconosceranno un aumento di 70 euro lordi come anticipo del futuro rinnovo contrattuale. In pratica, copia ed incolla del contratto TDS siglato con confcommercio. Questa scelta, oltre ad essere al limite di una condotta antisindacale, segnala la paura che i padroni hanno della rabbia dei lavoratori. Rabbia che potrebbe esplodere rovinando gli incassi pasquali e che potrebbe condurli alla conquista di un contratto di lavoro degno di questo nome, a spese dei padroni.
Bene hanno fatto i sindacati a dichiarare lo sciopero ! Noi aderiremo e invitiamo tutte le lavoratrici ed i lavoratori del settore a scioperare in massa !
Detto ciò, pensiamo che è trascorso troppo tempo a vuoto e non si è costruito il consenso giorno dopo giorno. Anche questo sciopero, dovuto, non può essere risolutivo se resterà una iniziativa isolata
Diciamo e ribadiamo che si deve creare un forte legame con i lavoratori ed andare al tavolo delle trattative portando pochi punti fermi:
- Aumento salariale non inferiore a 450 euro nel triennio e relativi arretrati
- Indicizzazione del salario su base mensile
- Nessun peggioramento normativo
Come “ Giornate di Marzo, area di alternativa in CGIL “, stiamo organizzando una assemblea on line via zoom, che sarà l’8 aprile dalle 17.30 alle 20.00 ( nei prossimi giorni troverete il link al sito https://giornatedimarzo.it ), per discutere di questo mancato rinnovo e dei contratti siglati con confcommercio e distribuzione cooperativa. Contratti sottoscritti con un aumento salariale ben lontano dalle reali necessità dei lavoratori.
Intanto, sabato 30 marzo si SCIOPERA !