GIORNATE DI MARZO Area d’alternativa in CGIL – Commissione sindacale commercio / grande distribuzione

GIORNATE DI MARZO Area d’alternativa in CGIL – Commissione sindacale commercio / grande distribuzione

Martedì 6 ottobre si è riunita la commissione sindacale del commercio e della grande distribuzione dei compagni che sostengono l’Area d’alternativa in Cgil, GIORNATE DI MARZO.

La riunione si è svolta on line.

Questa è la prima di 5 commissioni che si riuniranno nel mese di ottobre che, insieme ad una serie di assemblee cittadine, prepareranno l’assemblea nazionale dell’Area che si terrà a Roma il 31 di ottobre.

La discussione tra i compagni ha toccato molti degli aspetti sia del settore, sia di carattere generale.

La situazione del commercio, come molti altri aspetti del lavoro in Italia, vive una situazione complessa.

La maggior parte dei lavoratori del settore ha il contratto nazionale scaduto. Ci riferiamo, ad esempio, al commercio, alla grande distribuzione, così come alla cooperazione. Contratti scaduti da quasi un anno che i padroni non hanno nessuna intenzione di rinnovare. Ancor di più, dopo le uscite del presidente di C che vuole rinnovi contrattuali ad aumento zero, se non tramite il welfare aziendale.

Una dirigenza nazionale sindacale senza nessuna capacità di rivendicazione contrattuale. Non solo in questo momento post lockdown, ma inconsistente già nello scorso autunno quando si sarebbe dovuti essere in piena fase di discussione di rinnovo contrattuale.

Un gruppo dirigente assente in pieno lockdown, come hanno ben spiegato i compagni nei loro interventi. Situazione che stride ancor di più, se pensiamo alla propaganda legata “agli eroi “ in prima linea (dopo i lavoratori della sanità ).

Una situazione complicata in quanto ci sono realtà della grande distribuzione che nonostante il lockdown hanno fatto affari d’oro, come il caso di Esselunga; anzi prendendo la palla al balzo dell’esplosione delle vendite on line, hanno incrementato gli investimenti in tal senso tramite consegna a domicilio, piuttosto che i Locker* all’interno dei negozi.

Poi abbiamo altre realtà, come ad esempio Coop Alleanza 3.0, che già prima della pandemia, a seguito di bilanci in grossa perdita, aveva avviato un piano industriale per recuperare le perdite tagliando sul costo del lavoro, modificandolo in estate, aggiungendo dismissioni di punti vendita e altro personale in esubero.

Il caso più tristemente noto è quello di Auchan, scoppiato nel 2019, dove i lavoratori hanno pagato caro il fatto che l’azienda abbia deciso di abbandonare l’intero territorio nazionale, perché non più redditizio. I negozi sono stati assorbiti in larga parte da Conad, che mentre diventava la più grande azienda del settore per quote di mercato, ha chiuso o ceduto i negozi meno produttivi, e dichiarato migliaia di esuberi.

Per molti impiegati di queste aziende è scattato il lavoro smart, anche se sarebbe più corretto dire il lavoro a distanza o da casa, piuttosto che smart. I compagni dipendenti Coop Alleanza 3.0 ci informano che è in corso una trattativa per riuscire a regolamentare il cosiddetto smart working, perché ad oggi le uniche regole sono quelle aziendali, ma molti aspetti, sia da un punto di vista economico, così come da un punto di vista normativo e della sicurezza, non vanno per niente bene (gli orari di lavoro, il diritto alla disconnessione, pc, linee telefoniche, postazione di lavoro, ecc ecc ).

Più difficoltosa è la situazione nelle catene dei piccoli supermercati o nei discount.

La questione lockdown è stata utilizzata strumentalmente dai padroni per precarizzare ulteriormente i lavoratori, con una organizzazione del lavoro sempre più nelle mani dei responsabili di negozio o reparto.

I settori legati al turismo ed alla ristorazione sono quelli più colpiti. Settori dove la precarietà è di casa e dove il lavoro in nero spadroneggia. Settori che ancora oggi fanno fatica a decollare e dove gli ammortizzatori sociali a fatica arrivano.

Tutti i compagni hanno sottolineato l’assenza del sindacato e la distanza tra i lavoratori ed il sindacato. Un sindacato che però viene premiato quando i delegati hanno proposte da fare, hanno idee ed hanno il coraggio dell’azione. In questi casi i lavoratori si fidano. Di fiducia nel sindacato e di lavoratori disponibili alla lotta ce ne sarà molto bisogno. I padroni, con il presidente di Confindustria Bonomi in testa, continuano a dire che ci saranno molti licenziamenti, appena avranno la possibilità di farlo e ciò accadrà presto. Il governo finora ha posto lo stop ai licenziamenti, ma non resisterà ancora a lungo.

Come i precedenti, anche questo governo è filo padronale. Non resisterà perché Confindustria, ma anche l’Unione Europea, spingerà perché il governo tolga il blocco dei licenziamenti. Blocco dei licenziamenti oggettivamente inusuale e mai attivato dal dopoguerra ad oggi; una misura estrema dettata, parola del ministro dell’economia Gualtieri, dalla paura di rivolta sociale in assenza di sostegno al reddito e con la libertà di licenziare.

Questa commissione sindacale, la prima della nostra Area a riunirsi, insieme a tutti i compagni ed ai lavoratori che condividono le nostre analisi e proposte, si pone l’obiettivo di formare una “rete” di attivisti, delegati, lavoratori, per incidere concretamente nelle condizioni materiali dei lavoratori, di essere presenti quando le lotte esploderanno (perché esploderanno!) e tutti insieme cambiare radicalmente la CGIL, perché diventi davvero strumento per i lavoratori, strumento per un cambiamento delle condizioni di lavoro, strumento di lotta.

Il prossimo appuntamento sarà l’assemblea nazionale di Giornate di Marzo il 31 Ottobre a Roma!

Commissione Sindacale

Commercio/Grande Distribuzione

Giornate di Marzo

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