I lavoratori di BFF Bank dicono NO ai licenziamenti

I lavoratori di BFF Bank dicono NO ai licenziamenti

Una vera e propria doccia fredda è caduta sui lavoratori e le lavoratrici di BFF Bank; la Banca specializzata in servizi di factoring, nei servizi di pagamento e di banca depositaria infatti, a seguito della perdita di due clienti, ha deciso di aprire a fine Novembre una procedura per l’esubero di 49 lavoratori, anche se sarebbe meglio dire lavoratrici visto che l’80% del personale coinvolto sono donne.

L’azione è sembrata sin da subito pretestuosa e di “punizione” nei confronti dei lavoratori in quanto la Banca appare solida e ben remunera i suoi azionisti: BFF BANK ha infatti chiuso il bilancio di esercizio 2021 con un utile netto di 164 mln di euro; i risultati finanziari al 30 settembre 2022 vedevano già un utile netto di 105,4 mln di euro. Inoltre, nel 2022 la Società ha distribuito agli azionisti dividendi per oltre 190 mln di euro.

La procedura aperta secondo l’articolo 22 del CCNL del Credito si è chiusa lo scorso 9 gennaio senza alcun accordo fra i Sindacati e l’Azienda.

Le organizzazioni sindacali hanno infatti giustamente ritenuto non sufficienti le misure proposte dalla Banca che, oltre a non voler riconoscere la piena fungibilità dei lavoratori coinvolti all’interno della Banca, chiudendo così ogni porta al loro ricollocamento in azienda, ha espresso la volontà di applicare il fondo solidarietà, parte straordinaria (che equivale in pratica ad un prepensionamento), unicamente per 3 anni e limitatamente al suddetto perimetro ristretto, rendendo questa misura pressoché inutile: infatti, secondo tali termini, vi potrebbero accedere solo 3 persone.

Di fronte ad una palese volontà di non negoziare ulteriormente, i sindacati non hanno accettato un accordo capestro che avrebbe anche messo in una posizione di debolezza i lavoratori stessi e creato un precedente pericoloso nel settore del credito.

La Banca ha già annunciato l’intenzione di procedere con il licenziamento collettivo del personale dichiarato in esubero, senza volersi in alcun modo assumere la responsabilità sociale nei confronti dei suoi dipendenti.

Il giorno 13 gennaio si è tenuta in tutte le sedi di BFF Bank un’Assemblea delle lavoratrici e dei lavoratori che ha visto la partecipazione di oltre 300 dipendenti: i lavoratori e le lavoratrici con voto unanime hanno dato pieno mandato alle Organizzazioni Sindacali alla mobilitazione per contrastare ogni licenziamento.

La vertenza dimostra una volta di più come ai padroni interessi solo il loro profitto privato: una Banca che fa margini elevati non è disposta a cederli anche in caso di perdita dei clienti e scarica, come sempre, sui lavoratori ogni conseguenza arrivando addirittura a renderli responsabili diretti del rischio di impresa.

L’amministratore delegato di BFF Bank, che non a caso risulta uno dei manager più pagati del settore, oltre ad essere uno dei principali azionisti della Banca, mette a salvaguardia i profitti suoi e degli azionisti e sbatte per strada i lavoratori senza alcuna remora.

Questo è il concetto di impresa per i padroni, in cui i lavoratori e le lavoratrici sono un costo da tagliare sull’altare dei margini e dei loro profitti.

L’assemblea ha dimostrato una volta di più che le lavoratrici e i lavoratori, di BFF Bank ma anche di altre aziende del settore assicurativo e bancario come la Verti, non sono disposti ad accettare passivamente una strategia padronale che vede il lavoratore come un costo da tagliare sull’altare dei profitti.

Sarà la lotta dei lavoratori e le loro mobilitazioni a determinare l’esito di questa ulteriore vertenza che smaschera ancora una volta il marcio di questo sistema economico: oggi siamo con i lavoratori di BFF Bank a cui diciamo non un passo indietro contro i licenziamenti!

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