BOLOGNA: sciopero dei servizi all’infanzia comunali. La misura è colma!

BOLOGNA: sciopero dei servizi all’infanzia comunali. La misura è colma!

di Nico Maman e Giuseppina Castra

Il 7 aprile ci sarà uno sciopero di tutto il personale comunale di nidi e scuole dell’infanzia e della cultura del Comune di Bologna. Lo sciopero coinvolgerà più di un terzo dei dipendenti comunali, convocato dall’intera RSU con esclusione di SGB che ha deciso di fare un percorso e uno sciopero separati, dividendo così i lavoratori nel momento della lotta.

I motivi che hanno portato allo sciopero sono molti: la mancanza di sostituzioni certe di malattie, ferie ed altri permessi che porta un sovraccarico quotidiano per chi lavora; l’assenza di una procedura di stabilizzazione dei precari che lavorano per il Comune da diversi anni; maggiori assunzioni per il sostegno scolastico; il rifiuto dello scaricabarile sulla sicurezza che l’amministrazione fa ricadere sul personale; la richiesta di un incentivo adeguato e l’effettiva volontarietà per il periodo di lavoro a luglio. Sulla gestione dei servizi, inoltre, pesa una mole eccessiva di part time involontario che sta creando non pochi problemi nella reperibilità del personale. Il motivo è semplice: nella città più “progressista” d’Italia i prezzi sono alle stelle e con un part time non si sbarca il lunario.

Il sindaco Lepore qualche settimana fa ha giustificato l’aumento del biglietto del bus e dei parcheggi per mantenere la qualità dei servizi. Questa qualità tanto decantata in verità è in drastico peggioramento da molti anni. Nei servizi si sentono sempre di più le pressioni dall’alto sulla sicurezza, carichi di lavoro eccessivi e il mancato riconoscimento economico, in un contesto in cui pesa molto la mancanza di figure di coordinamento (cosiddetti pedagogisti) che scarseggiano e sempre meno sono presenti nei nidi e nelle scuole.

A questo quadro fosco si aggiunge un contratto nazionale Funzioni locali che stanzierebbe pochi spiccioli dopo che già lo scorso contratto nel nostro settore ha creato la situazione di avere educatori con contratto di serie A e di serie B. In pratica si inizia a lavorare nel pubblico impiego facendo stesse mansioni ma con contratti diversi e paghe ben diverse. Ma anche il contesto internazionale è un pugno in faccia ai lavoratori dei servizi, quando si vedono tirare fuori dal cassetto miliardi per la spesa militare mentre per loro ci sono solo le briciole, quando non direttamente i tagli.

Questo sciopero sta mobilitando anche un settore nuovo di lavoratrici. In CGIL per esempio, si è autoconvocato un coordinamento di sciopero che adesso inizia a coinvolgere anche qualche lavoratrice non iscritta ad alcun sindacato. Questo segnale è positivo una prima rottura con tipico il meccanismo di delega delle trattative sindacali. 

Lo sciopero del 7 aprile, dunque, può avere un importante impatto non solo a Bologna ma anche a livello nazionale ed essere un esempio del fatto che la lotta ci può far conquistare i diritti e i salari che ci aspettano e difendere i servizi pubblici.

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