RINNOVO CCNL TPL – C’E’ POCO DA ESSERE SODDISFATTI!

RINNOVO CCNL TPL – C’E’ POCO DA ESSERE SODDISFATTI!

Dopo un anno dalla scadenza del CCNL degli Autoferrotranvieri, l’11 dicembre è stata firmata un’intesa preliminare relativa alla parte economica che, a quanto pare non ha tenuto affatto conto delle estenuanti trattative tra la parte datoriale e gli stessi sindacati firmatari, ma soprattutto appare uno schiaffo in faccia a chi ha creduto che questa volta si trattasse di un contratto migliorativo rispetto ai precedenti. E’ per tali ragioni che i tre scioperi che si sono succeduti da luglio a novembre hanno visto un’imponente adesione di tutti quei lavoratori che invece oggi, a poche ore da questa intesa, stanno riversando la loro delusione, rabbia e insoddisfazione anche attraverso la cancellazione dai sindacati firmatari.

Nessuna meraviglia quindi se anche in Filt-Cgil l’emorragia di tesserati, che i vertici cercano di tamponare con alchimie fantascientifiche, continua senza sosta a mietere vittime tra lavoratori, attivisti e delegati storici.

Cosa prevede l’Intesa

L’intesa riguarda solo la parte economica, per quella normativa si rimanda all’anno nuovo. I Sindacati pare facciano orecchie da mercante verso tutti i proclami, conferenze stampa e articoloni sulle principali testate giornalistiche in cui loro stessi hanno messo in evidenza le pessime condizioni di lavoro degli autoferrotranvieri: aggressioni, turni inaccettabili per la carenza di organico, esternalizzazione di interi settori (pulizie, vigilanza, manutenzione dei mezzi pubblici, intere linee interurbane, ma anche -primo caso nella storia in una città come Milano- linee urbane date in mano a microimprese). Un settore tra i meno attrattivi oggi per i giovani, ma anche per chi vi è dentro, data l’alta percentuale di dimissioni volontarie, come mai in precedenza. Secondo i vertici Filt per quanto è ancora differibile dar battaglia su tutto ciò, dopo il forte ritardo che già scontiamo rispetto ai tagli dei fondi da parte del Governo o agli attacchi sistematici ai diritti dei lavoratori o al graduale smantellamento dell’intero settore del trasporto pubblico?

La parte economica, anche nella migliore delle interpretazioni, è assolutamente insufficiente. Dichiaravano le Segreterie nazionali nelle Linee guida di piattaforma “la richiesta economica è di un incremento della retribuzione che recuperi pienamente il potere d’acquisto fortemente intaccato dall’inflazione e che punti ad una crescita del valore reale dei salari” (il grassetto era loro!) e in soldoni richiedevano un aumento del 18%. Si è finito per firmare per un aumento di gran lunga distante da quella percentuale, come giustamente ha ammesso qualche sindacalista: 200€ da riparametrare ed erogare in due tranche, di cui la seconda, la più sostanziosa, a 4 mesi dalla scadenza del contratto, in agosto 2026!

Con un’inflazione che arriva a quasi il 17% negli ultimi 3 anni, non recupereremo neanche il salario eroso dal caro vita! Oltretutto ad essere fortemente penalizzati saranno i parametri più bassi, quelli al 140 di ingresso dei conducenti, dimostrando ancora una volta il totale disinteresse verso i giovani che con quel parametro ci dovranno stare per 9 anni, stante la normativa contrattuale.

La ridicola cifra della una tantum, che copre la vacanza contrattuale del 2024 è una totale presa in giro! Partiti da 1.200€ in trattativa si è arrivati a 500€ e verrà erogata a febbraio 2025, dopo due mesi dalla sottoscrizione dell’Intesa. Sarà inoltre “rapportata ai mesi di effettiva prestazione”, come se si trattasse di un qualunque premio di risultato e non di salario perso per 14 mesi a causa del mancato rinnovo contrattuale!

L’aumento salariale di 200€ assomiglia ad un patchwork! La variazione del Trattamento economico complessivo (TEC) sarà di 60€ a partire da marzo 2025 (!!!), più 100€ a partire da agosto…2026, tradotto, per circa un anno e mezzo l’aumento del TEC sarà solo di 60€!

Poi a parte c’è un nuovo indice che contribuirà all’aumento salariale: l’Elemento distinto della retribuzione (EDR) che sarà di 40€, ma che a differenza del TEC non verrà conteggiato ai fini del trattamento di fine rapporto!

Infine, vi è un Trattamento integrativo di 40€, che potrebbero ridursi a 20€ a seconda del raggiungimento o meno di un accordo di secondo livello con le singole aziende entro sei mesi dalla sottoscrizione dell’Intesa. Quindi nella stragrande maggioranza delle microimprese di trasporto saranno sicuramente 20€ in più (anche questi non saranno utili ai fini del TFR).

Che dire, sembra che se la siano proprio studiata bene a far apparire sostanziosa la cifra dei 200€, mentre, nella realtà, riceveremo qualcosina in più delle due classiche dita negli occhi!

Finora i lavoratori hanno dimostrato di esserci, attraverso l’adesione agli scioperi e non solo quelli dei sindacati firmatari. Anche gli scioperi dei sindacati di base, nonostante l’alta frequenza con cui vengono convocati, registrano adesioni che non possono essere ignorate, perché riflettono una necessità impellente di trovare una via d’uscita dall’impasse in cui si trova questo settore.

Non ci si può affatto ritenere soddisfatti di questa Intesa, gli aumenti salariali non possono limitarsi a rincorrere l’inflazione, ma devono dare quel giusto e reale valore, come era negli iniziali presupposti della piattaforma. Devono inoltre essere utili tutti ai fini del Trattamento di fine rapporto ed erogati subito, non si può ammetterne la rateizzazione dopo mesi e mesi di perdita salariale.

Il 7 gennaio le Parti si ritroveranno a trattare sulla parte normativa, mentre alla luce dei fatti non si può ritenere conclusa neppure quella economica!  Occorre quindi che la Fil-Cgil ritiri subito la firma da questa Intesa e che venga richiesta la prosecuzione della trattativa per dare un segnale di discontinuità e soprattutto risposte concrete a quanto ci stanno chiedendo i lavoratori!

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