Elezioni RSU pubblico impiego – Puniti i sindacati “di governo”!

Elezioni RSU pubblico impiego – Puniti i sindacati “di governo”!

Pochi giorni prima delle elezioni RSU nei comparti della sanità, della scuola, degli enti locali e delle funzioni centrali, tenutesi dal 14 al 16 aprile, il governo è sceso direttamente in campo.

Il ministro della Salute Schillaci, a proposito del contratto nazionale non rinnovato, infatti, dichiarava: “Ci troviamo di fronte a uno stallo del rinnovo contrattuale della sanità: per la mancata firma di alcune sigle sindacali, migliaia di lavoratori non possono accedere agli aumenti economici e alle tutele previste nel rinnovo. (…) La CISL in questa partita ha scelto la via della responsabilità, lo voglio dire chiaramente, e del dialogo per la quale esprimo il mio apprezzamento”: un chiaro tentativo di isolare la CGIL in primo luogo.

L’ARAN, l’Agenzia dello Stato delegata a contrattare, pubblica i risultati dopo molti mesi.

Tuttavia in base ai dati raccolti dalla CGIL, che è il sindacato che ha presentato liste in più enti/scuole, è possibile delineare un primo bilancio.

Le due categorie della CGIL coinvolte (FP e FLC) si attestano in prima posizione in tutti i comparti con una crescita di circa 10mila voti in sanità, di oltre 10mila nella scuola e di più di 11mila negli enti locali.

In questi settori i sindacati complici del governo hanno millantato i presunti aumenti salariali che non sarebbero arrivati a causa della mancata firma di CGIL e UIL, ma evidentemente i lavoratori non hanno abboccato. Meno ancora nelle Funzioni Centrali, il comparto dove probabilmente la CGIL è cresciuta relativamente di più con un aumento del 5% (6.400 voti) e dove sembra che la CISL sia calata maggiormente (ma il calo della CISL sembra generalizzato), e non per caso: è proprio il comparto dove i lavoratori hanno toccato con mano le conseguenze della firma del contratto separato da parte della CISL e di altri sindacati del settore che assieme avevano la maggioranza assoluta.

Che la CISL abbia perso le elezioni è possibile constatarlo anche leggendo il loro sito nazionale che non mostra particolare entusiasmo. La UIL, invece, è generalmente cresciuta.

Pochi giorni dopo il voto, un nuovo incontro tra ARAN e sindacati per il rinnovo del contratto della sanità ha visto il governo indisponibile a stanziare nuove risorse e si è concluso con l’ennesimo nulla di fatto. I lavoratori della scuola e della sanità non si meritano un contratto indegno, ma nemmeno un rinnovo bloccato con i salari fermi al palo.

Il voto dei lavoratori contiene un messaggio chiaro: conferma che la CGIL ha fatto bene a non firmare una proposta indecorosa (6% di aumento contro 17% di inflazione da recuperare), ma alle parole devono seguire i fatti.

È ora di mettere in campo una mobilitazione generale per la difesa delle condizioni di lavoro, dei salari e dei servizi pubblici a partire da scuola e sanità. I lavoratori si sono espressi, è ora che la CGIL esca dalla sua paralisi e si assuma le responsabilità che anche questo voto conferma.

Tutti i nostri compagni eletti RSU in scuole, università, ospedali e aziende sanitarie, saranno in prima linea in questa battaglia.