LAVORATORI DELLA SCUOLA – SERVE UN PROGRAMMA E UN PIANO DI LOTTA!

LAVORATORI DELLA SCUOLA – SERVE UN PROGRAMMA E UN PIANO DI LOTTA!

La nuova legge di bilancio taglia 5.660 insegnanti e 2.174 ATA, mentre ormai un quarto dell’intero personale (circa 250mila lavoratori) è precario. Per le Università sono previsti tagli per 500 milioni! Per il rinnovo contrattuale, il governo propone un ridicolo aumento del 5,78%, quando l’inflazione ufficiale è al 18% (ma quella reale è molto più alta!). Ciò significa che dovremmo ricevere un aumento in busta paga di 55 euro lordi mensili: una vera miseria per chi deve pagare affitti e rate del mutuo, riempire il carrello della spesa e il serbatoio della propria auto, quando già i nostri stipendi sono i più bassi d’Europa. Agli attacchi materiali alle condizioni di lavoro, si sommano gli attacchi reazionari di Valditara (repressione, richiami nazionalisti, lodi alla proprietà privata). La CGIL ha giustamente proclamato uno sciopero per respingere l’ipotesi di accordo contrattuale, reclamando più risorse, veri aumenti salariali e stabilizazione dei precari. Deve essere solo il primo passo!

Abbiamo bisogno di una seria piattaforma rivendicativa: al finto recupero salariale del 5,78% bisogna contrapporre il vero recupero necessario, ossia il 18%, cioè 400 euro netti mensili, che è quello che i lavoratori hanno perso in questi anni. Se consideriamo poi che la morsa dell’inflazione potrebbe aumenatre, è necessario rivendicare uno strumento di recupero automatico dei salari sull’inflazione.

Nel mondo dell’Istruzione le condizioni di lavoro del personale sono inaccettabili. L’età media dei lavoratori è sempre più alta, i carichi di lavoro insostenibili. Dobbiamo rivendicare migliori condizioni di lavoro a partire dall’abbassamento dell’età pensionabile a 60 anni, l’assunzione immediata di tutti i precari e la riduzione del numero di alunni per aula, fino a un massimo di 20. In questo modo si creerebbero posti di lavoro, migliorerebbe la didattica e le condizioni generali di lavoro!

Solo con una piattaforma che faccia realmente gli interessi dei lavoratori è possibile gettare le basi per una vera mobilitazione che coinvolga tutti e costringa il governo a recedere dai suoi piani.
I soldi ci sono sempre per le armi e per l’esercito (nel 2023 il budget è salito a 30 miliardi di euro, un +20% rispetto al 2022!), per le scuole private (150 milioni di euro dai Fondi PNRR, oltre ai 646 milioni per il triennio 2023-2025!), per pagare gli interessi sul debito agli speculatori (83 miliardi di euro di interessi nel 2022, più di Francia e Germania insieme!), ma non ci sono mai per i lavoratori!
Se colpissimo rendite e profitti potremmo garantire un servizio pubblico, gratuito e di qualità dalla sanità all’istruzione.

Serve convocare assemblee scuola per scuola, facoltà per facoltà, per discutere di piattaforme adeguate e preparare gli scioperi in cui i lavoratori siano i veri protagonisti. Solo così si possono creare le condizioni per una vera partecipazione agli scioperi. Serve un piano di lotta articolato, che preveda il rifiuto degli incarichi, delle attività e dei progetti, fino al blocco degli scrutini, se necessario, e ulteriori azioni di sciopero che estendano e approfondiscano la lotta.
Sviluppando piattaforme unitarie, possiamo dar vita a un movimento che unisca tutte le lotte dentro e fuori il mondo della scuola e fare fronte agli attacchi del governo, respingendoli!
Non si tratta di difendere semplicemente l’attuale sistema, in cui lavoratori e studenti subiscono dall’alto le scelte di ministri e governi e in cui le strutture crollano letteralmente a pezzi, ma di rivendicare il controllo e la gestione di lavoratori e studenti in comitati eletti democraticamente e revocabili.

Non abbiamo bisogno di bombe e caserme, ma sanità, scuola, università, servizi ed edilizia pubblica!