La Fabio Perini non si arrende!
A Calderara di Reno (Bologna), nella provincia capitale del packaging, c’è un’azienda che produce macchine per
l’imballaggio dei rotoli di carta di tutti i tipi, che ha dichiarato di essere in perdita e vuole licenziare 66 lavoratori su 118,
spostando la produzione delle macchine nello stabilimento italiano principale di Lucca, lasciando a Calderara solo gli
uffici. Un chiaro preludio alla chiusura definitiva del sito.
La decisione arriva a gennaio senza preavviso, nonostante mesi prima l’azienda avesse raggiunto un accordo con la
Rsu, in cui era stato ipotizzato un ricambio generazionale, a fronte di una mobilità per lavoratori vicini alla pensione, e il
rientro delle lavorazioni esternalizzate. I padroni della Perini, ossia la multinazionale tedesca Krober, stavano solo
prendendo tempo per la mazzata finale, perché sono anni che i compagni della Fabio Perini di Calderara di Reno lottano,
sono anni che vivono accorpamenti, cessioni ripetute, chiusure di siti. Era ormai una fabbrica cacciavite, dove si
assembla e basta, dove non ci sono macchine che fanno trucciolo, ossia una produzione di pezzi che poi vengono
assemblati. Un’azienda con poco valore aggiunto.
L’unica cosa che li aveva sempre difesi dalla chiusura, è stata la forza conflittuale di una Rsu sempre combattiva che
non si è mai arresa davanti alle difficoltà, con posizioni sempre avanzate. Un esempio per tutte le Rsu del bolognese,
sempre pronti ad accorrere quando le fabbriche del territorio erano in crisi, e soprattutto una Rsu che ha avuto sempre il
totale appoggio di tutti i lavoratori dello stabilimento, anche quando dopo la firma dell’ultimo contratto nazionale sono
passati in massa con l’Usb. La Krober non vuole solo chiudere uno stabilimento storico e ridurre i costi fissi accentrando
la produzione a Lucca, facendo pagare la loro incapacità di investire a Bologna ai lavoratori con i licenziamenti, ma vuole
anche decapitare definitivamente una avanguardia della classe operaia, e per questo che la Rsu ha ribadito chiaramente
che non si piegherà a questi diktat, ma lotteranno fino all’occupazione dello stabilimento.
Sappiamo che ne sono capaci e troveranno i compagni di Sinistra Classe Rivoluzione con loro, sperando che la loro
lotta diventi una vertenza generalizzata contro chiusure e licenziamenti, sperando che le divisioni sindacali vengano
messe da parte e che prevalga solo l’unione di classe dei lavoratori.